La richiesta è stata lanciata oggi dal convengo "L'odontoiatria Forense: da progetto a realtà" in svolgimento fino a domani a Bergamo in occasione dei 10 anni di attività di Pro.O.F. (il Gruppo ANDI sull'odontoiatria forense).
A porre la questione il presidente ANDI Gianfranco Prada durante una tavola rotonda organizzata proprio per approfondire il Ddl sulla responsabilità professionale medica approvato a fine gennaio dalla Camera ed ora in discussione al Senato.
E proprio ai senatori ed in particolare al relatore del Ddl, il Sen. Amedeo Bianco già presidente FNOCNeO, che si rivolge il presidente Prada chiedendo di ascoltare le richieste dei liberi professionisti che vorrebbero estese le garanzie oggi previste solo per le strutture sanitarie accreditate al SSN ed i professionisti che vi collaborano.
Per il presidente ANDI due sono le questioni su cui si dovrebbe intervenire: estendere le stesse tutele per i medici e dentisti che operano all'interno del Ssn anche ai liberi professionisti; regolamentare meglio la definizione di chi può validare le Linee guida, oggi spetterebbe a società scientifiche accreditata dal Ministero, in modo da garantire la specificità dell'odontoiatria.
Sulla necessità di chiarire meglio il ruolo delle Società scientifiche nell'elaborazione delle Linee guida concorda anche il Gen. Franco Condò, consigliere per l'odontoiatria del Ministro della Salute presente al dibattito.
"La mia proposta è quella di prevedere che le Linee guida approvate dalle società scientifiche accreditate (il cui rispetto garantirà la non punibilità per i medici NdR) debbano essere vagliate e approvate dal Ministero della Salute prima di essere diffuse". Generale Condò che annuncia anche l'intenzione del Ministero di "trasformare" in Linee guida le attuali raccomandazioni cliniche elaborate dal Tavolo Tecnico dell'Odontoiatria e pubblicate dallo stesso Ministero. "In questo modo anche quanto già prodotto -spiega il Generale Condò- andrebbe a supporto dell'attività dei dentisti".
Sulla richiesta di modifica del Ddl, il consigliere del Ministro ritiene corrette le osservazioni di ANDI ma ricorda come questa legge "sancisce principi importanti che devono essere ratificati al più presto". In un secondo tempo, consiglia Condò, si potrà andare ad richiedere le integrazioni per i liberi professionisti.
A ricordare come la norma obblighi ad "una riflessione sul ruolo del dentista e del medico libero professionista e più in generale sull'alleanza terapeutica e sul rapporto di fiducia medico paziente", è il presidente CAO Giuseppe Renzo. "La medicina difensiva non è una questione che interessa il solo dipendente della struttura pubblica ma anche del libero professionista. Il medico o il dentista non può dare la certezza al paziente di guarire ma deve dare la certezza di curalo al meglio e il rischio di continue denuncie, ma anche di una sanità governata dalla finanza, non può garantire questo".
Ma la discussione non sembra aver convinto il presidente Prada che nella replica di chiusura della tavola rotonda, "senza voler mettere in discussione che la nuova legge sulla responsabilità sia un passo avanti per tutto il settore", sostiene che l'attuale discussione in Senato possa essere l'occasione gusta per apportare quelle modifiche necessarie a non creare disparità di trattamento tra medico e dentista dipendente di una struttura pubblica e medico e dentista libero professionista, e su questo si dice pronto ad attivarsi per proporre degli emendamenti ad hoc.
Norberto Maccagno
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