Lo scontro tra le Catene ed i dentisti, per utilizzare lo stesso titolo utilizzato dai quotidiani generalisti in queste settimane, sembra essere arrivato al dunque.
Questa settimana, molto probabilmente già domani 8 marzo, la Commissione Industria del Senato dovrebbe decidere in merito agli emendamenti al Ddl Concorrenza che riguardano la composizione del Cda delle società di capitale per quanto riguarda l'odontoiatria ma non solo. Emendamenti che erano stati accantonati nell'ultima seduta per dare modo ai Senatori di accorparli in un unico testo.
Come Odontoaitria33 ha già avuto modo di indicare, durante la discussione in Commissione la questione posta da ANDI, in merito all'esigenza di prevedere che almeno i 2/3 della proprietà sia riferita a iscritti all'Ordine, si è allargata ed ha coinvolto ora anche le farmacie oltre che gli avvocati.
Se per queste due professioni sembra più semplice arrivare ad una soluzione -ad oggi non è possibile costituire società di puro capitale in questi settori- per l'odontoiatria sembra essere un po' più complicato in quanto sono già attive società gestite per il 100% dal capitale nelle quali gli iscritti Albo degli odontoiatri non hanno diritto di voto.
"Il problema posto dalle associazioni dei dentisti è reale", dice il Sen. Luigi Marini relatore del DDL sulla Concorrenza in una intervista pubblicata su Quotidiano Nazionale domenica 6 marzo. "Ma la soluzione con quell'obbligo (quello di inserire la maggioranza degli iscritti all'Albo nelle quote societarie) è molto difficile. Cosa succede il giorno dopo? Chiudono due terzi delle cliniche italiane? Così altero la concorrenza non l'aiuto".
Senatore Marino che non si dice contrario agli emendamenti ma "perplesso". "Non l'avrei su altre categorie che devono partire da zero, che devono regolamentare l'ingresso di società di capitale, penso alle farmacie, agli avvocati..."
Per il Sen. Marino si dovrebbe verificare l'esistente, attendere il parere (già sentiti) degli altri ministeri competenti e "cercare compromessi sul passato".
Tempi lunghi quindi che vedono il relatore dubbioso sul fatto che il Ddl Concorrenza sia lo strumento adatto. "Bisogna trovare la soluzione del problema in una legge specifica", dice.
Più possibilista il Sen. Giuseppe Marinello (nella foto) che ritiene che si possa trovare proprio sul Ddl Concorrenza una mediazione.
"Dobbiamo fare passare il principio che le società che operano nel settore odontoiatrico siano gestite da chi è legittimato ad esercitare l'odontoiatria", dice ad Odontoiatria33 il Senatore Marinello.
"La mediazione la si può trovare inserendo nella norma una clausola di salvaguardia in cui le società esistenti avranno 24-36 mesi per riequilibrare le quote societarie alla nuova norma in modo da non creare scompensi alla gestione ordinaria delle società stesse".
Senatore Marinello che si dice, invece, contrario alla possibilità di "sanare" l'esistente e rendere obbligatoria la norma solo per le nuove società. "Sarebbe una sanatoria ed io sono contrario di principio alle sanatorie", ci dice.
Norberto Maccagno
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