Il Regolamento europeo sul mercurio, e di conseguenza sull’utilizzo dell’amalgama dentale, prevede l’obbligo per tutti gli studi odontoiatrici, dal primo gennaio 2019, di dotarsi di un separatore d’amalgama.
Ma il separatore di amalgama andrà applicato sul riunito o riuniti che vengono utilizzati per rimuovere le vecchie otturazioni o su tutti i riuniti dello studio?
Sia il testo del Regolamento europeo che la circolare del Ministero dell’Ambiente viene indicato che “gli operatori degli studi odontoiatrici che utilizzano l'amalgama dentale o rimuovono otturazioni contenenti amalgama dentale ovvero denti con tali otturazioni, devono garantire che il proprio studio sia dotato di separatori di amalgama per trattenere e raccogliere le particelle di amalgama, incluse quelle contenute nell'acqua usata”. Nel testo originale in inglese si indica “nelle loro strutture”: “shall ensure that their facilities are equipped with amalgam separators”.
Quindi su tutti i riuniti presenti nello studio, qualora lo studio non sia dotato di un sistema centralizzato, oppure solo sui riuniti in cui vengono rimosse le otturazioni in amalgama?
“Effettivamente il Regolamento può prestarsi a varie interpretazioni”, dice ad Odontoiatria33 Brunello Pollifrone (nella foto), segretario della Commissione Nazionale Albo Odontoiatri. “Se lo spirito della normativa è quello di prevenire il rischio di immissione nell’ambiente di particelle di mercurio, la nostra lettura è quella che sia sufficiente dotare dei separatori d’amalgama solo i riuniti in cui vengono rimosse le otturazioni in amalgama, con il consiglio di scegliere locali con maggiore ricambio d’aria possibile per evitare inalazione dei vapori di mercurio generati dalla rimozione dell’amalgama stessa ed adottare tutti gli strumenti idonei di protezione”.
Per evitare interpretazioni differenti, anticipa Pollifrone, la CAO insieme ai sindacati di categoria hanno già sollecitato sia il Ministero dell’Ambiente che quello della Salute a chiarire anche questo aspetto.
Il Segretario CAO Nazionale punta l’attenzione anche su un'altra criticità: il tempo a disposizione dello studio per adeguarsi. “Secondo alcune recenti statistiche, sono molto pochi gli studi italiani dotati di separatori d’amalgama”, dice Pollifrone. “In poco meno di 3 mesi i 45 mila studi odontoiatrici italiani dovranno dotarsi di questo strumento, dubito che i fornitori siano attrezzati per potere sodisfare una tale domanda in tempi così brevi. La nostra intenzione è quella di chiedere un più ampio periodo di adeguamento”.
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