L’obiettivo, anche in periodo di pandemia, garantire che i futuri dentisti siano preparati a curare le persone. Lo Muzio (CPCLOPD): gli atenei italiani stanno con mille difficoltà lavorando in tal senso
Tra i problemi causati dall’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, quelli legati alla scuola sono stati ampiamente approfonditi ed analizzati.Se con le lezioni a distanza si sta cercando di continuare a garantire lo svolgimento del programma didattico per la formazione teorica, le criticità maggiori si pongono per quanto riguarda quella pratica. Soprattutto nell’ambito odontoiatrico.
A lanciare l’allarme sul fatto che molti studenti europei vengano “privati di una parte essenziale della loro istruzione –fornire cure dentistiche cliniche”- è il CED (la Federazione delle Associazioni odontoiatriche europee) che attraverso uno statement pone l’attenzione sul tema. Gli Atenei europei, rileva il CED, si trovano ad affrontare molte sfide: da quando poter riprendere le attività cliniche, a come garantire la sicurezza di docenti e studenti e, soprattutto, a come salvaguardare la continuità della formazione pratica clinica.
Nonostante gli sforzi dei docenti per realizzare lezioni e rispettare i rigidi protocolli anti Covid, le criticità esistono e persistono, sottolinea il CED. Attraverso il documento approvato durante il General Meeting dello scorso 20 novembre, il CED vuole quindi porre l’attenzione sul rallentamento ed a volte interruzione della formazione pratica degli studenti iscritti ai corsi universitari di Odontoiatria, chiedendo di adottare misure ed investimenti atti a salvaguardare la formazione pratica dei futuri dentisti.
Il CED invita le istituzioni accademiche europee, ed i docenti, a lavorare insieme per fornire ambienti di lavoro e apprendimento sicuri, inclusivi e accoglienti anche in questi momenti difficili.
Per il CED sarà anche necessario rivedere i programmi di formazione per raggiungere un equilibrio tra insegnamento in presenza e online e per identificare una serie di requisiti minimi al fine di garantire che i futuri laureati siano clinicamente preparati e soddisfino i requisiti clinici imposti dagli organismi di accreditamento. Infine, il documento approvato dal CED pone l’attenzione sugli aspetti non solo organizzativi che gli studenti devono adottare in questo periodo, ma anche su quelli psicologici a cui sono sottoposti.
Il commento dell’Università italiana
“Ringrazio il CED ed il suo presidente, il dott. Marco Landi, per aver voluto porre l’attenzione sulle problematiche che il mondo universitario sta vivendo in questo particolare momento”, dice ad Odontoiatria33 il prof. Lorenzo Lo Muzio, Presidente Conferenza Permanente dei Presidenti di Corso di Laurea Magistrale in Odontoiatria e Protesi Dentaria“Gli Atenei italiani sede di corso di laurea in odontoiatria fin dal marzo scorso si sono attivati per garantire che il percorso formativo continuasse. Certamente in modalità online ma anche in presenza secondo le modalità previste dalle varie indicazioni Regionali”.
E per agevolare questo, il presidente Lo Muzio ricorda il nuovo portale attivato dal Collegio dei Docenti all’interno del quale i vari Atenei potranno condividere video lezioni ed altri strumenti di didattica oltre per dare agli studenti ulteriori opportunità per integrare le lezioni.
“Indubbiamente -continua il prof. Lo Muzio- le maggiori difficoltà le stiamo riscontrando per quanto riguarda la pratica clinica, per via del rispetto dei protocolli di sicurezza che, impediscono di fatto la presenza di più studenti nell’area clinica e dilatano di molto i tempi della turnazione dei pazienti per via dei procedimenti di sanificazione necessari. Inoltre, ci sono anche i problemi sulla difficoltà di reperire i DPI necessari e sul loro costo”.
“Consapevoli della necessità di completare il precorso formativo dei nostri studenti anche per quanto riguarda la pratica clinica –conclude il prof. Lo Muzio- gli atenei italiani si stanno organizzato anche prevedendo, come suggerisce il CED, un confronto con gli Atenei europei”.
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