Una copertina di Lancet l'ha definita "un'impresa che rivaleggia con lo Human Genome Project per le sue potenziali ricadute sulla medicina".
Deve il proprio nome a un medico inglese che contribuì significativamente al processo scientifico e culturale che, dopo la sua morte, ha portato all'enunciazione dei principi di fondo della evidence-based medicine.
È una rete internazionale formata da circa 30.000 individui di 120 Paesi e comprende le élite cliniche che esercitano nei centri di cura e di ricerca più importanti del mondo, epidemiologi, statistici e pazienti.
Si occupa di tutti gli aspetti della salute, compresa l'odontoiatria, con l'obiettivo di aiutare clinici e pazienti a prendere decisioni, la più complessa tra le attività mediche. Con questo scopo, prova a rispondere alle domande che chi si occupa di salute si pone tutti i giorni (la vitamina C previene il raffreddore? esistono impianti migliori degli altri?). Lo fa basandosi solo sulla migliore ricerca realizzata, a prescindere da chi ne sia l'autore e dalla lingua in cui è riportata, sintetizzandone i risultati in revisioni su efficacia dei trattamenti e utilità degli strumenti diagnostici. Fino a oggi sono circa 5.000, ma il numero è in continua crescita. Il metodo che impiega è oggetto di continua rivalutazione e perfezionamento e prevede costanti aggiornamenti delle revisioni a mano a mano che nuove conoscenze sono rese disponibili.
È senza scopo di lucro, non accetta finanziamenti o sponsorizzazioni da entità che abbiano interessi in campo medico, è libera da influenze di tipo commerciale o finanziario e offre alla metà più povera del pianeta l'accesso gratuito alle revisioni.
Per questi motivi siede all'assemblea dell'Organizzazione Mondiale della Sanità ed è consultata dalle principali agenzie che fanno politica sanitaria e disegnano linee guida.
Tutto questo nonostante abbia appena compiuto 20 anni. Tanti auguri Cochrane Collaboration!
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