Giunge alla nostra osservazione il signor S.F., di anni 41, inviato dal proprio odontoiatra per un’epulide insorta fra gli elementi 16 e 17 (fig. 1). Il paziente riferisce che la lesione è presente da qualche mese e non gli arreca particolare fastidio, salvo uno sporadico sanguinamento durante lo spazzolamento dei denti. All’anamnesi riporta un precedente intervento di chirurgia ortognatica effettuato per risolvere una severa II Classe scheletrica. Il paziente riferisce di non assumere alcun farmaco.
All’esame obiettivo l’epulide si presenta come una massa esofitica, peduncolata e in parte ulcerata. La superficie è irregolare e di colore dal rosa corallo al rosso acceso. La lesione mostra una base d’innesto a livello dello spazio interprossimale e si sviluppa vestibolarmente con la sua porzione più voluminosa. Sono evidenti importanti accumuli di placca e tartaro riconducibili sia all’impossibilità da parte del paziente di spazzolare correttamente la zona. Non sono presenti altre lesioni a livello del cavo orale e alla palpazione non si rilevano ingrossamenti dei linfonodi locoregionali. A livello radiografico si evidenzia, oltre alla presenza di tartaro già rilevato clinicamente, un significativo riassorbimento osseo alveolare che raggiunge i 4 mm di perdita di attacco a livello interprossimale fra 16 e 17. Sono inoltre ben evidenti gli esiti della precedente chirurgia ortognatica.
In considerazione dell’aspetto apparentemente benigno si programmano l’asportazione della lesione e la sua valutazione istopatologica.Gli autori dichiarano che lo studio presentato è stato realizzato in accordo con gli standard etici stabiliti nella Dichiarazione di Helsinki, e che il consenso informato è stato ottenuto da tutti i partecipanti prima del loro arruolamento allo studio.
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