Le resine composite attualmente sono sicuramente i materiali più utilizzati per le otturazioni dirette. Il loro vantaggio principale è quello estetico, al quale si aggiunge anche il fatto che rispetto ad altri materiali da otturazione (per esempio l'amalgama o la ceramica), i compositi possono essere usati indipendentemente dalla forma e dalla grandezza della cavità da otturare, permettendo di otturare anche i piccoli difetti senza doverli precedentemente ingrandire per garantire ritenzione meccanica alla ricostruzione (come invece accadeva per l'amalgama e la ceramica). Gli svantaggi principali invece di questi materiali sono:
- l'usura, che però riguardava principalmente i compositi di prima generazione, nei compositi di nuova generazione (nanoibridi) è praticamente inesistente,
- la contrazione da polimerizzazione che nei materiali moderni questa retrazione si situa tra l'1 e il 3 per cento del loro volume. Per questo motivo, di norma nella cavità vengono inserite piccole quantità di compositi, che vengono successivamente indurite una alla volta. In questo modo si riducono le tensioni dovute alla retrazione sia nella cavità che sul margine dell'otturazione. Purtroppo però nonostante queste attenzioni frequentemente si hanno episodi di ipersensibilità da composito o fastidi alla masticazione imputabili proprio alla contrazione da polimerizzazione.
- Mancanza di attività antibatterica. E' noto che questi materiali predispongono maggiormente di altri materiali, quali per esempio l'amalgama, all'accumulo di batteri e placca, e se il paziente non esegue scrupolosamente le manovre di igiene orale alla lunga queste otturazioni vanno incontro a infiltrazioni e carie secondarie.
Ci affidiamo quindi alla ricerca per poter migliorare le prestazioni di questi materiali. Un recente studio pubblicato su Dental Materials di maggio 2015 presenta un nuovo monomero, un ammonio quaternario, l' IPhene, incorporato nella Bis-GMA / TEGDMA con una serie di percentuali di massa diverse( 10 % , 20%, 30% e 40 %). Gli autori hanno indagato, rispetto al Bis-GMA/TEGDMA tradizionale (gruppo controllo) i seguenti parametri : il grado conversione del monomero (DC), la contrazione da polimerizzazione, la resistenza alla flessione, il modulo di elasticità, l'energia di frattura, la radio-opacità del polimero e l'attività antibatterica. I risultati ottenuti sono stati i seguenti: La formulazione della resina ottenuta con aggiunta di IPhene ha garantito una minor contrazione da polimerizzazione, maggior radiopacità e nei provini in cui la percentuale di IPhene era sopra il 30% anche una certa attività antibatterica, quindi tutti benefici per l'eventuale applicazione clinica, però anche inferiore grado di conversione , inferiore resistenza alla flessione e modulo di elasticità rispetto alla resina di controllo (p <0.05). I polimeri con 20 % e 30 % di IPhene hanno mostrato più elevate energie di frattura rispetto al polimero di controllo (p <0.05).
La ricerca deve ulteriormente migliorare le caratteristiche dei materiali compositi in modo da ridurne la loro contrazione da polimerizzazione e aumentare la loro attivitò antibatterica, che possono provocare spiacevoli inconvenienti per i pazienti quali ipersensibilità, infiltrazioni e carie secondarie a distanza di tempo. Questo innovativo monomero a base di IPhene può rappresentare una soluzione a queste problematiche anche se vanno ancora migliorate altre sue proprietà quali il grado di conversione e il modulo di elasticitò. Sono necessari altri studi per stabilire la biocompatibilità e la resistenza nelle condizioni orali ma questo nuovo monomero dovrebbe essere tenuto in considerazione per il futuro.
A cura di: Lara Figini, Coordinatore Scientifico Odontoiatria33
Bibliografia:
Dent Mater. 2015 May;31(5):575-82. Preparation of antibacterial and radio-opaque dental resin with new polymerizable quaternary ammonium monomer. He J, Söderling E, Lassila LV, Vallittu PK.
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