La sensibilità dentale post-intervento è sicuramente uno degli inconvenienti propri delle otturazioni in composito e uno degli elementi che possono far propendere per l’utilizzo di un diverso materiale per otturazione. Per capire quali tipi di cavità sono più o meno adatte all’uso del composito in relazione alla sensibilità, il Journal of Evidence-Based Dental Practice ha deciso di sottoporre a revisione uno studio brasiliano del 2007 sull’argomento, scoprendo che nelle otturazioni in composito su premolari e molari si riscontra una maggiore sensibilità per le cavità di II classe rispetto a quelle di I classe e che questa sensibilità tende comunque a decrescere con il tempo.
“Lo studio che ho preso in esame è stato condotto in Brasile su un totale di 292 otturazioni in resine composite di molari e premolari che presentavano cavità di media grandezza e, secondo la mia valutazione, fornisce risultati assolutamente affidabili” scrive il revisore Toru Naito, ricercatore presso il dipartimento di odontoiatria generale del Fukuoka Dental College di Fukuoka, in Giappone. “I risultati dell’analisi a 24 ore dall’intervento hanno mostrato la presenza di sensibilità dentale nel 4,9% delle cavità di I classe, nel 13,5% delle cavità mesio-occlusali di II classe, nel 16,4% delle cavità occluso-distali di II classe e soprattutto - questa è la percentuale più significativa - nel 26,2% delle cavità mesio-occluso-distali di II classe.”
La sensibilità ha una durata limitata nel tempo, ma non così breve da non impensierire il paziente. “A sette giorni dall’intervento la medesima analisi ha rivelato solo una lieve diminuzione della sensibilità dentale, che per ciascuna classe persisteva rispettivamente nel 4,2%, 9,6%, 9,1% e 14,3% delle otturazioni” prosegue Naito. “Ciò che rende particolarmente interessante questo studio è che l’analisi della sensibilità è stata ripetuta anche a una maggiore distanza dal trattamento, ossia a 30 e a 90 giorni: dopo questo periodo di tempo si è verificato che la sensibilità era decisamente diminuita per tutti i tipi di cavità.”
La conclusione è che l’odontoiatra dovrebbe tenere conto anche di questi elementi quando si trova a decidere quale tipo di materiale per otturazione utilizzare. “Oltre al fatto, ormai ampiamente provato in letteratura, che le resine composite comportano un rischio di carie secondaria maggiore rispetto all’amalgama, l’odontoiatra deve sapere che esse possono provocare sensibilità dentale per la settimana successiva all’intervento in misura maggiore per le otturazioni che includono una superficie distale e che, comunque, questa sensibilità andrà a scomparire decrescendo lentamente nel tempo.”
“Postoperative sensitivity in posterior composite restorations is relevant in class II cavities”
J Evid Based Dent Pract 2008;8(4):225-6.
GdO 2009; 9
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