La carie dentale continua a essere un grave problema di salute pubblica per tutte le fasce d’età, soprattutto per le popolazioni più disagiate, nonostante l’introduzione da più di cinquant’anni ormai della prevenzione dentale.
Nonostante l'uso regolare di fluoro nei dentifrici e la realizzazione di trattamenti sigillanti nei bambini, le lesioni cariose continuano a svilupparsi se sono presenti altri fattori di rischio, come per esempio una scorretta alimentazione.
La tendenza attuale per combattere la carie, quindi, si pone l’obiettivo di mettere in pratica strategie mirate a:
Secondo quanto emerso dai dati riportati nella recente conferenza ICNARA 3 (The International Conference on Novel Anti-Caries and Remineralizing Agents 3) tenutasi nel maggio 2017 a Napa, California, queste strategie devono essere però ancora migliorate e promosse maggiormente per raggiungere coloro che sono a rischio.
I più recenti orientamenti vedono la carie dentale come una malattia microbica derivante da una disbiosi del microbioma orale. La frequente assunzione di zucchero e/o la riduzione del flusso salivare portano ad avere un pH acido orale per un periodo prolungato tale da alterare il biofilm normale e cambiare le proporzioni delle specie batteriche normalmente presenti in esso. Il risultato di tutto ciò è la selezione di specie batteriche con fenotipo tollerante agli acidi e con maggiore capacità di produzione di questi ultimi, aumentando così il rischio di carie (Marsh, 2018).
Questa conferenza ha raggruppato insieme ricercatori e clinici a livello mondiale che hanno riassunto lo stato attuale della gestione della carie e hanno evidenziato nuove eccitanti possibilità terapeutiche e le esigenze di ricerca per il futuro. Le recenti tendenze sottolineano che il tema della prevenzione della carie deve essere trattato non solo in ambito odontoiatrico, dal dentista, ma anche negli altri ambienti medici e nelle scuole e -come si evidenzia anche in un articolo pubblicato sul Journal of Dental Research di febbraio 2018- gli sforzi futuri per la lotta alla carie saranno maggiormente rivolti a mettere a punto manovre e trattamenti per prevenire la demineralizzazione dello smalto e promuovere la remineralizzazione, e nei pazienti restii a modificare i loro comportamenti per ridurre l’esposizione ai fattori di rischio, come limitare l’assunzione di zucchero, adottare terapie efficaci biologiche basate su prodotti chimici in grado di alterare il biofilm e promuovere la remineralizzazione.
Attualmente in ricerca, e da come è emerso anche da ICNARA 3, vi è un'enfasi maggiore sull’opportunità di attuare manovre terapeutiche per spostare il biofilm dentale da uno stato di disbiosi a uno di simbiosi con i tessuti dentali. Questa tendenza si fonda primariamente sullo studio del microbioma orale, identificando le specie batteriche cariogeniche, specialmente quelle responsabili della carie aggressiva. Gli orientamenti futuri mirano a manipolare il microbioma orale, favorendo la crescita selettiva di specie batteriche utili e non cariogene a spese dei microrganismi cariogeni che causano disbiosi, mediante l’utilizzo di agenti pre e probiotici per prevenire le lesioni cariose (Mira, 2018). Inoltre, gli orientamenti futuri volgeranno a mettere a punto strategie basate su agenti farmacologici bioattivi in grado di distruggere la matrice polisaccaridica extracellulare del biofilm orale, innescati in ambienti a pH acido.
È stato concordato in questa conferenza che la ricerca futura dovrà concentrarsi su tre aspetti chiave:
1) individuare i conducenti del biofilm orale sia in stato di salute che in stato di patologia, il ruolo degli zuccheri e della dieta, i profili dei microbiomi sani e di quelli microbiomi disbiotici, per tutta la durata della vita;
2) identificare i modi per gestire il microbioma orale associato alla carie dentale, comprese le strategie per:
3) migliorare la diagnostica.
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