Non solo bevande contenenti pigmenti come il vino rosso, ma anche sostanze come il vino bianco possono macchiare i denti.
“Anche se il colore lo fa sembrare apparentemente ‘innocuo’, il vino bianco può in realtà aumentare la capacità dei pigmenti provenienti da altre sostanze introdotte nel cavo orale di colorare lo smalto” ha spiegato Cristina Dobrescu, ricercatrice presso il dipartimento di cariologia del New York College of Dentistry, negli Stati Uniti. L’affermazione deriva da una ricerca non ancora pubblicata che, al contrario di quanto si pensava finora, aggiunge il vino bianco alla lista delle sostanze potenzialmente coloranti. “Finora solo bevande come tè, caffè e vino rosso erano riconosciute come agenti che possono macchiare lo smalto dentale” ha detto la ricercatrice nella sua presentazione; “il nostro studio invece ha dimostrato che anche il vino bianco può avere questa capacità, anche se in modo indiretto”.
Lo studio è stato realizzato immergendo denti di bovino, la cui superficie è comparabile a quella dei denti umani, nel vino bianco per un’ora e successivamente nel tè; le superfici dei denti sono poi state analizzate con lo spettrofotometro, uno strumento che può misurare l’intensità dei colori. “Questo esperimento ha dimostrato che il contatto con il vino bianco provoca sulla superficie più esterna del dente microscopici solchi e aree di ruvidità che permettono ai pigmenti contenuti nel tè di penetrare più profondamente nello smalto, aumentando così la probabilità che il colore dello smalto ne sia alterato” ha affermato Dobrescu. “I denti che erano stati immersi nel vino bianco, infatti, hanno mostrato una capacità di assorbire i pigmenti del tè superiore rispetto ai denti immersi semplicemente nel tè.”
Nelle conclusioni della presentazione, comunque, la ricercatrice ha affermato che non è necessario rinunciare al vino bianco; “il modo migliore per evitare la formazione di macchie, oltre naturalmente a un consumo moderato, è l’uso di un dentifricio contenente uno specifico agente sbiancante”.
Fonte: press release dell’International Association for Dental Research
GdO 2009; 11
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