Secondo la Commissione nazionale ECM il dossier formativo è la vera scommessa per dare qualità all'ECM, il discente dovrà proporre un piano di formazione agganciandosi alla disciplina da lui esercitata. A chi aderirà vi saranno degli "abbuoni" in termine di crediti: per chi aderisce nel 2017, l'abbuono è di 10 crediti sul 2016 e 15 sul 2017.
Ma i veri vantaggi, spiega ad Odontoiatria33 Stefano Almini (nella foto) -odontoiatra Componente della Commissione Nazionale ECM, ed in particolare nel Comitato di presidenza e Comitato di garanzia, referente coordinatore del Gruppo delle libere professioni- sono nella possibilità di costruirsi un percorso di aggiornamento calibrato alle proprie esigenze. Ma cerchiamo di capirne di più
Che cosa è il Dossier e a cosa serve?
Parlando in modo tecnico, nell'Accordo Stato-Regioni del 2 Febbraio 2017, all'articolo 29 è contenuta la definizione del Dossier Formativo : espressione della programmazione dell'aggiornamento nel tempo e della sua coerenza rispetto alla attività professionale esercitata. Nello stesso articolo, il Dossier viene definito "strumento attraverso il quale il professionista sanitario programma e verifica il proprio percorso formativo alla luce del suo profilo professionale, sia come singolo sia come soggetto che opera all'interno di gruppi professionali. In queste definizioni, a mio parere, appaiono forti e luminose due parole strategiche: programmazione e percorso formativo. Ad ognuna di queste due parole corrisponde un valore, un significato che spiega il senso del Dossier Formativo.
A cosa serve il Dossier ?
La risposta può essere approfondita proprio attraverso l'analisi delle 2 parole strategiche della definizione contenuta nell'articolo 29. Partiamo prima di tutto dal concetto di "percorso formativo". Ogni professionista sanitario è tale perché ha ultimato il percorso universitario, ha superato l'esame di Stato e si è iscritto all'Ordine: è quindi abilitato ad entrare nel Mondo della Professione. Senza un percorso stabilito a monte, non esiste la strada che porta a valle. Senza un punto di partenza , non esiste il punto di arrivo. Questo significa che occorre avere una traccia, un solco, un progetto in cui incanalare le nostre energie intellettuali, altrimenti si rischia di vagabondare per i sentieri culturali, senza sapere esattamente dove andare,cosa occorra al nostro aggiornamento, cosa manca alla nostra professionalità. Per stabilire una meta (come sul navigatore dell'auto) ,occorre sapere dove si voglia arrivare. Questo tempo dedicato alla analisi delle mete professionali può non appartenere al nostro habitus mentale,perché le energie ordinarie sono indirizzate alla fatica di rimanere in piedi sul territorio competitivo della libera professione,la quale già per conto suo ci carica di responsabilità e rischi di impresa. In questo contesto, l'aggiornamento può diventare "un problema in più" per la connotazione dei crediti formativi da ottenere al termine di un triennio. Ecco allora la ricerca di eventi a basso costo economico con alti valori in crediti Ecm, nella logica di fare il "pieno di benzina", ma senza sapere esattamente verso quale direzione impostare il volante della nostra professione.
Chiarito questo, a cosa serve il Dossier?
Serve alla programmazione, seconda parola strategica del Dossier Formativo. Come ci suggerisce l'esempio di dovere costruire un edificio su un terreno dove prevediamo di andare ad abitare, prima di iniziare i lavori, l'architetto incaricato ci chiede di sapere cosa ci aspettiamo dalla casa in costruzione e come vorremmo pianificare gli spazi abitativi. Ogni stanza, infatti, di una casa, prima che sia realizzata in muratura, richiede un'analisi del suo utilizzo, ovvero a cosa servirà, a quale scopo sarà costruita e per quale utenza. Lo stesso ragionamento deve essere applicato quando pensiamo al Dossier. E' come se ci trovassimo a programmare la nostra casa come un contenitore intellettuale, per riempirlo di oggetti (eventi formativi) utili al nostro benessere professionale,costruendo una muratura solida su un terreno sano,acquistato a suo tempo con gli investimenti universitari ed ordinistici. Se cosi non fosse e costruissimo una casa senza una progettazione , si rischierebbe di investire risorse in modo disordinato,con strutture e spazi non progettati su misura per i proprietari dello stabile (noi),con l'inquietudine di temere sempre ogni leggerissimo assestamento del terreno, capace di fare crollare l'edificio intellettuale (anche se a norma con le regole ECM).
Quindi progettare è meglio che costruire?
L'ideale è: prima programmare un intervento edilizio, poi realizzarlo. Il Dossier potrebbe aiutarci a dedicare un tempo di analisi alla direzione del nostro aggiornamento,orientandolo verso quello che vorremmo approfondire ( perché ne abbiamo bisogno) o conoscere ( perché lo richiede la ricerca scientifica e le nuove tecnologi al passo con i tempi).
La domanda a cosa ci serva, è pertinente perché nel nostro bagaglio intellettuale non ci è stato insegnato a programmare,a verificare, a rimodulare la nostra formazione. Se ci pensiamo,in realtà, ai tempi universitari avevamo una traccia di studi,un piano di studi che dovevamo consegnare in segreteria ,all'inizio dell'anno accademico, per indicare quali esami avremmo voluto sostenere. Non era difficile compilare la previsione dei nostri esami perché avevamo comunque lo schema da seguire,ovvero le materie da preparare ,anno per anno. Ma l'Università non ci insegnò il metodo per aiutarci nel tempo futuro della nostra professione a controllare noi stessi, a verificare e tutelare il nostro aggiornamento, come nutrire in modo coerente il bisogno di apprendimento continuo. Questo vuoto intellettuale metodologico che ci portiamo sulle spalle ha dovuto confrontarsi con il concetto del Dossier Formativo,che ,in sostanza, corrisponde semplicemente ad un metodo per programmare la nostra cultura, rafforzando quello che pensiamo di sapere, riempiendo gli spazi di quello che conosciamo meno bene, intervenendo a correggere i nostri errori( diagnostici ,clinici,chirurgici) che inevitabilmente la professione comporta. Anche quando andavamo alle scuole elementari, la sera precedente preparavamo la cartella inserendo i quaderni, i libri, i compiti che ci sarebbero serviti per la giornata da affrontare. Cosi, l'aggiornamento ( che contiene la parola "giorno" come segno che ogni giorno dovremmo maturare esperienza ed attenzione al nostro paziente) ci richiede da adulti professionisti di prevedere nel tempo ( un triennio..) a quali argomenti dedicare la priorità. Il Dossier,in questo senso, non è un nemico o un nuovo fastidioso "dovere".Il Dossier ,se compreso nel suo significato, è un alleato, un compagno di viaggio, un componente della nostra equipe nel ruolo di progettista. Ogni architetto serio e responsabile non si avvia a dare indicazioni al capo cantiere se prima non ha chiarito bene cosa costruire,se non ha consegnato in Comune i progetti da realizzare,se non ha chiarito con il committente, la destinazione di uso dei locali. Cosi noi, professionisti sanitari, dobbiamo incominciare ad osservare il Dossier come una opportunità di crescita,perché ci obbliga a riposizionare noi stessi nel presente e nel futuro del nostro percorso professionale ,che deve avere un metodo( il Dossier) per verificare nel tempo le tappe culturali della nostra vita intellettuale. Utilizzando l'esempio della edilizia, il metodo di lavoro insito nel concetto del Dossier è quello di individuare i "mattoni" utili per costruire l'aggiornamento di ogni anno. Questi mattoni non devono essere scelti a caso o solo per il loro controvalore in crediti ECm. I mattoni ,ci consiglia il Dossier,devono provenire da tre diversi " magazzini", che corrispondono a tre ordini di valori intellettuali: i mattoni utili per le competenze tipicamente tecniche professionali, mattoni utili per approfondire le competenze nei processi relazionali con i pazienti , mattoni utili per la gestione della sicurezza del paziente nel sistemi sanitari. Ecco allora con semplicità che appaiono evidenti gli obbiettivi di aggiornamento da prevedere nella progettazione del Dossier: mattoni di diversa provenienza , che generano competenze diverse ma tutti con lo stesso scopo di costruire un edificio (la nostra attività) solido,dinamico e verificabile. Il Dossier avrà quindi il compito di contenere 3 diversi tipi di mattoni,con obbiettivi tecnici-professionali, obbiettivi di processo ,obbiettivi di sistema.
Il Dossier è obbligatorio ? Perché deve essere realizzato ?
Il Dossier non è obbligatorio. Non lo era nel precedente triennio e non lo sarà neanche in questo in corso. Mi sono fortemente pronunciato, in Commissione Nazionale ECM, per evitare che lo diventasse. Credo infatti che prima di rendere obbligatorio un comportamento , occorra prima spiegarne il senso . Il rischio, altrimenti, potrebbe essere quello di creare un nuovo obbligo ai professionisti sanitari senza avere trasferito le motivazioni che sostengono l'obbligatorietà. Ogni cambiamento del comportamento genera difficoltà prima di tutto nell'approccio, perché ognuno di noi, per natura, tende ad evitare i cambiamenti, preferisce perseguire ciò che conosce e non crea trasformazioni .Quindi,il Dossier Formativo , così come è stato proposto a suo tempo, non è stato compreso nel suo valore di metodo di progettazione. Ecco perché, a mio parere ,sarebbe stato inopportuno avviare l'obbligatorietà del Dossier dal 1 Gennaio 2017: sarebbe stata considerata dalla Professione, una nuova inutile imposizione,al di là dei bonus di crediti. A riguardo, penso che conoscere i vantaggi dei bonus derivanti dalla compilazione del Dossier possa avere utilità relativa: se non si comprende il senso di dare valore alla progettazione e pianificazione culturale,il vantaggio del bonus è poca cosa,perché il reale vantaggio del Dossier non si pesa con i bonus ma con il cambio di passo nella mentalità. Chi è in cerca di eventi formativi gratuiti accreditati Ecm troverà in ambito odontoiatrico ampia offerta,ben ripagante in termini di crediti,senza la difficoltà di doversi impegnare nel Dossier. Attualmente, in merito al triennio in corso, si parla di "nuova implementazione" del Dossier: significa che abbiamo altri tre anni per approfondire ed implementare la nostra conoscenza del Dossier, senza l'obbligo di "doverlo fare", con il vantaggio di "sperimentare una opportunità , mattone dopo mattone. Concludendo, posso dire che la Commissione sta lavorando nella produzione di un trailer che possa rilanciare il significato del Dossier, abbinandolo ad un tutorial che possa facilmente spiegare come entrare nel sistema e progettare il proprio Dossier. Il fatto che non ci sia obbligo, ci permetterà di avvicinarci gradualmente al concetto di analisi di ciò che ha bisogno il nostro aggiornamento, utilizzando mattoni diversi (obbiettivi tecnici professionali, di processo, di sistema) per costruire un edificio intellettuale in cui si potrà serenamente ospitare senza imbarazzo la nostra coscienza professionale. Quando sarà operativo il tutoria, ne parleremo. Per ora, incominciamo a non temere il Dossier. Al contrario, potrà esserci prezioso. Tempo al tempo.
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