Gentile Direttore,
Dopo aver letto l'articolo su Odontoiatria33 sui crediti acquisiti dagli odontoiatri, devo purtroppo notare che ancora oggi, a così tanti anni di distanza, si continua a fare una gran confusione sul sistema ECM. E chi ci rimette è l'aggiornamento professionale serio.
Le sottopongo sulla questione alcune mie brevi osservazioni.
- Non è vero che l'ECM governa da 15 anni tutta la professione medica ed odontoiatrica. L'ECM, così come concepito, doveva essere seguito solo da professionisti dipendenti e convenzionati. Le sanzioni previste erano rappresentate da penalizzazioni economiche e di carriera da concordare con i sindacati per i primi e dalla cessazione della convenzione per i secondi. Il che non mi risulta si sia mai verificato, perlomeno per la prima ipotesi. Anzi, il SSN, che dovrebbe aggiornare i propri dipendenti in orario di lavoro, preferisce tenerli in corsia a lavorare. E' per questo che non può rimproverare loro di non essere in regola.
- L'obbligo di aggiornamento per i liberi professionisti puri nasce solo nel 2012 con la Finanziaria Monti e prevede regole e controlli di derivazione squisitamente ordinistica. In quel momento gli Ordini provinciali, sotto il semplice coordinamento della Federazione Nazionale, avrebbero potuto e dovuto predisporre un sistema di aggiornamento meno farraginoso e costoso, ben diverso da quello tipicamente pubblico dell'ECM. Lo stesso dicasi per le eventuali sanzioni. Gli avvocati, e non solo, fanno così.
- Per buona misura, gli avvocati hanno cambiato più di una volta le regole del loro aggiornamento, altrettanto obbligatorio, al fine di renderlo sempre più agevole e praticabile. Noi lo abbiamo lasciato sempre identico all'ECM di partenza, anzi rendendolo sempre più complicato.
- Che senso ha oggi promettere una premialità per un obbligo per il quale per 15 anni si sono minacciate sanzioni fino alla radiazione dall'Albo? Quante volte in questi anni è stato detto: da ora si fa sul serio?
- In tutti questi anni il sistema ECM ha drenato fior di quattrini che avrebbero dovuto essere reinseriti nel sistema. Dove sono finiti? Possibile che servano solo per coprire le spese di questo enorme carrozzone che non può più essere fermato, anche se dimostra di essere fallimentare?
Dottor Renato Mele, Rappresentante toscano nella Consulta ENPAM della libera professione
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