Mettere in atto una corretta programmazione per garantire a ogni medico che si laurea una borsa di specializzazione o di formazione in Medicina generale; modificare i test di accesso, rendendoli più mirati alle materie di studio, e calibrandoli su argomenti ai quali gli studenti si siano già approcciati durante gli ultimi anni delle superiori; promuovere il recupero delle borse di studio abbandonate durante il percorso formativo. No, invece, all’abolizione tout court del numero chiuso, che non farebbe che ingrossare all’inverosimile l’’imbuto formativo’, che già oggi imprigiona 10 mila giovani medici, a cui è negata la prosecuzione della formazione post-laurea, in una situazione di "limbo" fatta di sostituzioni di Medicina generale e di continuità assistenziale, che non permettono progressione di carriera e certezze nell'assunzione, dal momento che in assenza di un titolo specialistico, si è "condannati" a non partecipare ai concorsi pubblici. E no anche allo slittamento dello sbarramento dopo il primo anno, misura che non farebbe altro che illudere i giovani.
È questo, in estrema sintesi, il senso dell’Audizione di oggi della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO) presso la Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati, su alcune proposte di Legge che si propongono di regolare l’accesso ai corsi universitari.A presentare le proposte della FNOMCeO per la formazione del Medico sono stati il Vicepresidente Giovanni Leoni, il presidente della Commissione Albo Odontoiatri Raffaele Iandolo e il Direttore Generale, Enrico De Pascale.
“La FNOMCeO ritiene che sia necessario costruire, insieme al Parlamento e al Governo, un rinnovamento a tutto tondo della formazione del Medico– ha esordito Leoni -. L’abolizione tout court del numero programmato per l’accesso alle facoltà di Medicina senza un congruo aumento delle borse di specializzazione sarebbe un boomerang. Infatti, i giovani laureati in medicina che non entreranno nelle scuole di specializzazione dovranno per forza di cose cercare lavoro all’estero, o rimanere inoccupati”.
“Questa Federazione, pertanto, ritiene che il problema della carenza dei medici non si risolva abolendo il numero programmato, ma aumentando drasticamente il numero dei posti nelle scuole di specializzazione”.
“Con riferimento alla facoltà di Odontoiatria e Protesi dentaria, che è già di per sé un percorso specialistico - che non richiede ai fini dell’esercizio professionale ulteriori specializzazioni – l’abolizione dell’accesso programmato avrebbe comunque effetti non positivi – ha aggiunto il presidente della Commissione Albo Odontoiatri, Raffaele Iandolo (nella foto)-. L’eventuale soppressione del test di ingresso, sostituendolo con uno sbarramento alla fine del primo anno, secondo il cosiddetto modello “francese”, porterebbe ad un mero slittamento della selezione, che illuderebbe migliaia di giovani e, senza correttivi, farebbe loro perdere un anno di studio. Senza contare le difficoltà organizzative, strutturali e anche economiche delle nostre facoltà, che oggi non sono pronte ad accogliere una tale massa di matricole”.
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