Prosegue l’indagine conoscitiva in materia di fondi integrativi del Servizio sanitario nazionale in Commissione Affari Sociali della Camera che, dopo l’audizione di AIO del febbraio scorso, oggi 12 giugno ha sentito ANDI: presenti il presidente Nazionale Carlo Ghirlanda (nella foto) ed il segretario Sindacale Corrado Bondi.
Rispetto alla medicina l’odontoiatria ha specificità e peculiarità definite e distinte, ha ricordato il presidente Ghirlanda aprendo l’intervento sottolineando come le scelte del SSN, che pone di fatto la prevalenza delle prestazioni odontoiatriche come extra Lea, abbiano “determinato che in Italia si sviluppasse un modello di assistenza odontoiatrica prevalentemente privatistico, dove il costo dei trattamenti è prevalentemente a carico del cittadino”.
Ghirlanda che concorda con quanto previsto nel “Nuovo patto della Salute 2019-2021” nel quale viene indicato che “i fondi sanitari integrativi, per la loro vocazione solidaristica d’inclusione sociale e di patto intergenerazionale, presentano, anche attraverso il ricorso alle agevolazioni fiscali, le caratteristiche idonee per sviluppare un sostanziale ruolo di complementarietà in diversi ambiti, compresa l’odontoiatria e la prevenzione in ambito odontoiatrico”, a patto che venga rivista la normativa.
Per il presidente ANDI serve “una revisione dell’impostazione, della gestione e della disciplina della erogazione delle risorse messe a disposizione da parte dei Fondi integrativi” per l’odontoiatria.
In primo luogo, ha sottolineato, si deve tornare allo spirito inziale della legge istitutiva sui fondi che le troppe modifiche legislative hanno stravolto, ovvero quello che i Fondi integrativi del SSN siano a disposizione di tutti i cittadini. Oggi, ricorda ANDI, a funzionare sono i “Fondi chiusi ai quali possono aderire solo i lavoratori attraverso i contratti aziendali e, a volte, i loro familiari”. Quelli DOC, ha detto, permetterebbero a tutti i cittadini di utilizzare dei vantaggi fiscali sono di fatto preclusi, soprattutto per quanto riguarda le cure odontoiatriche perché, ha speigato Ghirlanda, la quasi totalità degli studi odontoiatrici non può erogare prestazioni agli iscritti a questi fondi non essendo studi accreditati al SSN, come prevede la norma.
Ricordando il parere richiesto da ANDI al prof. Sabino Cassese (Giudice Emerito della Corte dei Costituzionale) e presentato durante l’evento organizzato nel 2017 per chiedere modifiche legislative, il presidente Ghirlanda spiega che basterebbe una piccola modifica alla normaindicando che le prestazioni odontoiatriche rese ai Fondi DOC posso essere erogate da studi odontoiatrici autorizzati e non, come la formulazione attuale, da studi accreditati con il SSN. “E non cambierebbe nulla per quanto riguarda la tutela del cittadino”, ha pecisato il presidente ANDI.
Tra le criticità evidenziate anche quella dei “terzi paganti”, i cui costi di gestione ricadono sui lavoratori.
Si deve superare, ha detto il presidente ANDI, la logica di gestione “puramente finanziaria senza una valutazione preliminare della effettiva specifica necessità di terapia, senza considerazione alcuna dei criteri di appropriatezza della cura, occupandosi solo marginalmente della prevenzione”. Per Ghirlanda i fondi come sono oggi impostati considerano l’intervento dal solo punto finanziario, di gestione dei costi dei rimborsi, non si “prevedono interventi premiali per il miglioramento degli stili di vita, laddove lo scopo dovrebbe invece essere quello di determinare per il paziente uno specifico percorso di cure e di prevenzione, coerente alle sue caratteristiche di vita e di salute”.
E non sono mancati i riferimenti all’attualità, alle criticità rilevate dai dentisti con il rapporto con Previmedical ma anche dagli stessi pazienti come evidenziati anche da Altroconsumo, alla necessità che i pazienti possano sceglie il dentista a cui rivolgersi arrivando anche ad un modello che preveda il superamento del convenzionamento delle strutture sanitarie dando la possibilità ai cittadini di rivolgersi al clinico che vogliono. Un sistema basato su appropriatezza clinica ed alleanza terapeutica tra assistito e medico, che abbandoni le logiche “assicurative”, ha auspicato Ghirlanda.
Ma non solo critiche, ANDI ha portato anche 7 “suggerimenti” per migliorare il sistema:
A questo link il video dei lavori in Commissione (l’intervento ANDI è al minuto 3:13:16) mentre a questo link il documento integrale presentato da ANDI in Commissione.
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