Circa 100 mila personale non sanitario vaccinato nonostante le indicazioni governative. Per gli odontoiatri, altre Regioni autorizzano la vaccinazione
Mentre gli odontoiatri, attraverso gli Ordini ed i sindacati, stanno cercando di riuscire ad essere considerati ed inseriti tra gli operatori sanitari che riceveranno il vaccino in via prioritaria, circa 100 mila non sanitari sono già stati vaccinati.
A denunciarlo è una inchiesta del quotidiano La Repubblica pubblicata oggi (pagina 7) in cui si informa, come era stato sottolineato anche nell’ultimo DiDomenica, che nonostante le linee guida governative prevedano la somministrazione delle prime dosi del vaccino anti Covid ai soli operatori sanitari, agli ospiti delle Rsa, un nutrito gruppo di “personale non sanitario” ha ottenuto il vaccino.
Secondo Repubblica, che precisa di aver avuto accesso “ai dati scorporati regione per regione, aggiornati alle 19 di ieri sera, che non compaiono nel cruscotto pubblicato dalla struttura del commissario Arcuri”, in “Campania, su 68.138 vaccinati ci sono 1.262 anziani delle Rsa e 10.583 di personale non sanitario; in Calabria 10.940 vaccinati di cui 1.190 non sanitari e zero Rsa; in Sicilia 61.694 vaccinati di cui 1.328 ospiti delle case di riposo e 8.719 non sanitari; nelle Marche hanno vaccinato appena 145 ospiti Rsa e 1.834 non sanitari; nel Lazio su 66.773 vaccinati 6.019 sono non sanitari e 4.356 gli anziani; in Lombardia 69.712 vaccinati, 10.397 personale non sanitario, appena 1.631 anziani delle case di riposo; infine il caso limite dell’Emilia Romagna, dove a fronte di 71.293 somministrazioni, 4.765 sono state dedicate alle Rsa e 21.341, quattro volte di più, ad amministrativi, dipendenti, pulitori, impiegati”.
Quotidiano che fa anche un elenco di situazioni non chiare, motivando che la scelta di non rispettare a pieno le linee guida governative potrebbe essere dovuta dal fatto che a “fine giornata avanzano un po’ di dosi” non utilizzate )forse per i sanitari prenotati che non si sono presentati) e piuttosto che “buttarle” vengono utilizzate a caso sui presenti che si rendono disponibili. Anche se il quotidiano sul termine “a caso” non sembra essere convinto visto che dai registri dei vaccinati non sanitari risulterebbero “professori universitari e manager, dirigenti amministrativi e impiegati, segretari e collaboratori di studi” ma anche “mogli di medici in pensione”.
Sempre secondo il quotidiano, localmente sarebbero state aperte inchieste per verificare eventuali mancanze ed anche il Ministero della Salute avverrebbe incaricato il NAS ad indagare.
Questione Odontoiatri
Sul fronte odontoiatrico continuano a giungere segnalazioni dell’inserimento di dentisti e personale di studio tra le categorie che saranno vaccinate “appena disponibile”. Tra queste la Campania, le Marche, le provincie di Cuneo, Milano e Varese.
La soluzione preferita dalle Regioni sembra essere quella di demandare agli Ordini provinciali la raccolta degli elenchi di sanitari che vorranno sottoporsi alla vaccinazione (in alcuni casi anche il personale di studio), elenchi che saranno inviati alle varie ASL che contatterà, poi, direttamente gli iscritti.
In Abruzzo, informa ANDI, da lunedì 18 gennaio verrà invece riattivata la piattaforma regionale dedicata alla manifestazione dell’interesse alla vaccinazione, chiusa a fine dicembre e che era stata riservata solo ad alcune categorie di operatori sanitari, ora anche agli ultraottantenni, le persone con disabilità e fragilità, nonché per i soggetti delle altre categorie prioritarie della fase I non ricomprese nella fase di avvio della vaccinazione, tra cui gli odontoiatri e i loro assistenti.
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