Intanto cresce il malcontento tra medici ed odontoiatri ancora da vaccinare e che si vedranno somministrare il vaccino ritenuto meno efficace
Dopo il via libera dell’AIFA, è arrivata la circolare del Ministero della Salute che ufficializza l’estensione dell’utilizzo del vaccino AstraZeneca alla popolazione nata nel 1956 (66 anni) e non più, solo, agli under 55. “A seguito del parere del CTS dell’ AIFA”, si legge nella Circolare, “e alle successive precisazioni del Consiglio Superiore di Sanità”, “si rappresenta la possibilità di utilizzo del vaccino COVID-19 Vaccine AstraZeneca nella fascia di età compresa tra i 18 e i 65anni (coorte 1956), ad eccezione dei soggetti estremamente vulnerabili”.
“Tali indicazioni, secondo il gruppo di lavoro permanente su SARS-CoV-2 –continua la Circolare- sono rafforzate da nuove evidenze scientifiche che riportano stime di efficacia del vaccino superiori a quelle precedentemente riportate, e dati di immunogenicità in soggetti di età superiore ai 55 anni, nonché nuove raccomandazioni internazionali tra cui il parere del gruppo SAGE dell’OMS”.
Vaccino AstrzaZeneca che, viene specificato nella circolare, “può essere offerto fino ai 65 anni (coorte 1956) compresi i soggetti con condizioni che possono aumentare il rischio di sviluppare forme severe di COVID-19 senza quella connotazione di gravità riportata per le persone definite estremamente vulnerabili. Ciò in attesa dell’aggiornamento del suddetto documento”.
Tipologia di vaccino che potrà essere utilizzato anche per i medici, odontoiatri, igienisti dentali ed ASOunder ’65 non ancora vaccinati. Decisione che ha creato molti malumori ed investito in questi giorni gli Ordini di proteste.
Sul tema, tra gli altri, sonno intervenuti i presidenti delle due OMCeO con il numero più alto di iscritti: Roma e Milano.
Per il presidente OMCeO di Roma Antonio Magi, sulla presunte minore efficacia di alcuni vaccini rispetto ad altri ritiene “sia stato un errore enorme distinguere tra vaccini di serie A e vaccini di serie B, screditando gli uni rispetto agli altri”. “Come medico e presidente di un organo sussidiario dello Stato –continua- ritengo prioritario eliminare le ospedalizzazioni e i decessi”. “Certo –conclude- se le famose 500miladosi del vaccino Pfizer che sono state somministrate in Italia a persone che non ne avevano diritto in quel momento, fossero andate al personale sanitario, ora staremmo facendo ben altri discorsi”.
Nel ricordare che non dipende dall’Ordine, ma dallo Stato e dalla Regione quali lotti di vaccino acquistare e distribuire agli operatori sanitari e alla popolazione, il presidente OMCeO di Milano Roberto Carlo Rossi ed il presidente CAO Andrea Senna hanno invito una lettera alla Regione Lombardia “per richiedere che (compatibilmente con le disponibilità) sia somministrato lo stesso tipo di vaccino a tutti gli operatori sanitari”.
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