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22 Ottobre 2015

Il 14,4% degli italiani, per risparmiare, paga le cure odontoiatriche in nero. Ancora peggio per le cure mediche. I dati dalla ricerca Censis ANIA- Consumatori


"Nero, frode e sprechi sono tre pilastri del welfare poco conosciuti e che tuttavia per gli italiani sono componenti reali della protezione sociale concretamente vissuta nella loro esperienza".

Ad evidenziarlo è il rapporto "Bilancio di sostenibilità del welfare italiano" del Censis e dalle ricerche delle associazioni dei consumatori realizzate per il Forum ANIA-Consumatori e pubblicate nel volume "Gli scenari del welfare. Verso uno stato sociale sostenibile" (ed. Franco Angeli).

Secondo l'indagine, il 32,6% degli intervistati ha dichiarato che nell'ultimo anno è capitato a lui direttamente o ad un membro della sua famiglia di pagare prestazioni sanitarie o di welfare in nero: di questi, oltre il 21% ha pagato senza fattura o ricevuta visite medico specialistiche, il 14,4% visite odontoiatriche, l'1,9% prestazioni infermieristiche.
Entrando nello specifico, prevalentemente si paga senza fattura le cure odontoiatriche al Centro (19,2%), al Sud e Isole (17,9%), al Nord Ovest (12,7%) mentre sembrano essere più rispettosi delle leggi al Nord Est (5,8%).

La ricerca va ancora più nello specifico indicando come il 35,1% delle monogenitoriali ed il 35,6% delle famiglie con figli dichiarano di avere pagato prestazioni sanitarie o di welfare in nero negli ultimi dodici mesi.
Il 24,3% delle monogenitoriali ha pagato visite mediche specialistiche in nero, il 20% visite odontoiatriche, il 3,5% prestazioni infermieristiche; tra le coppie con figli, il 21,3% ha pagato visite mediche specialistiche, il 14,4% visite odontoiatriche.

"A sborsare risorse monetarie al nero per prestazioni di welfare sono, quindi, quelle famiglie che in media hanno maggiori difficoltà di bilancio", spiegano dall'ANIA. "Si crea una perversa alleanza tra gli operatori che vogliono sfuggire a controlli fiscali e cittadini che sono a caccia di prestazioni a costo ridotto, quantomeno tagliato del carico fiscale". "D'altro canto -continuano dall'ANIA- sono le persone con più basso titolo di studio a ricorrere di più a prestazioni di welfare al nero, così come sono le persone con redditi più bassi. Il nero è quasi una sorta di meccanismo di facilitazione dell'accesso alle prestazioni per le persone con minore disponibilità di reddito".

Un'analisi certamente interessante, anche in funzione della richiesta delle associazioni sindacali verso un aumento delle detrazioni per le spese effettuate per le cure odontoiatriche.

Altro capitolo molto delicato ed interessante, approfondito dalla ricerca, è quello della frode: ovvero i cittadini che accedono ai servizi sanitari gratuitamente ma che non ne avrebbero diritto.

Frode che penalizza principalmente chi ha diritto di ricevere il servizio, ma è costretto a lunghe liste di attesa, oltre che la sostenibilità del sistema.

Il 29,4% degli italiani dichiara di avere esperienza di persone che hanno accesso gratuitamente o con riduzioni nei contributi da pagare grazie ad un Isee non veritiero.

Tra gli elementi di criticità evidenziati, vi è anche una parte sull'inappropriatezza clinica, la ricerca non ha considerato il fenomeno dell'abusivismo sanitario. Probabilmente, come più volte denunciato dai sindacati di categoria e dalla CAO, parte del nero rilevato potrebbe essere stato destinato a finti dentisti.

Norberto Maccagno

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