Alessandro Villa lavora a Boston dal 2011 come chirurgo associato e docente in medicina orale. Una storia di studi, ricerca, determinazione, successo. Ma anche di una branca dell’odontoiatria poco conosciuta e di un “cervello in fuga” che sogna di ritornare in Italia.
Dottor Villa, lei si occupa di Medicina orale a Boston. Qual è stato il suo percorso di studi in Italia e perché ha deciso di trasferirsi in America?
Mi sono laureato in odontoiatria alla Statale di Milano e dopo l’università ho seguito un corso di tre mesi sulla prevenzione del cancro al National Cancer Institute negli Stati Uniti. Ero sempre stato affascinato dall’ambito oncologico. In quel periodo è maturata anche la passione per la ricerca che avevo coltivato all’università con una tesi sperimentale.
A seguire, ho fatto un dottorato all’Università di Sassari, collegata con la Statale di Milano. Poi, un Post Doc di un anno e mezzo al National Cancer Institute. Nel frattempo ho anche ottenuto un master in sanità pubblica. Ero nel Dipartimento di epidemiologia oncologica e genetica dove ho studiato l’associazione tra il papilloma virus e il cancro oro-faringeo. Era il 2010. All’epoca un tema relativamente nuovo.
Mi interessava approfondire il cancro della bocca e dell’oro-faringe, patologie che ritengo coinvolgano anche l’attività del dentista.
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doi: https://doi.org/10.19256/d.cadmos.10.2018.02
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