Obiettivi La lesione cariosa, che si manifesta come demineralizzazione progressiva irreversibile dei tessuti duri dentali, è ancora oggi la patologia cronica più diffusa in età pediatrica. L’obiettivo del presente lavoro è di descrivere e comparare le due metodiche più note e utilizzate per prevenire le lesioni a carico di solchi e fossette della superficie occlusale dei molari permanenti: le sigillature e le vernici al fluoro.
L’azione preventiva meccanica dei sigillanti, tanto in resina quanto in cemento vetroionomerico, è stata ampiamente descritta in letteratura ed è nota da tempo, così come l’azione remineralizzante delle vernici al fluoro; tuttavia, ancora oggi non è chiaro quale strategia sia maggiormente efficace o da preferire nelle diverse situazioni cliniche.
Materiali e metodi È stata condotta una revisione bibliografica utilizzando i database Medline e Scopus. Sono stati valutati 130 lavori e di questi solo 7 studi in vivo sono stati considerati pertinenti con lo scopo del presente lavoro.
Conclusioni Tanto i sigillanti quanto le vernici al fluoro risultano essere metodiche preventive efficaci se utilizzate all’interno di una strategia preventiva adeguata. I sigillanti, dagli studi disponibili, avrebbero dimostrato di possedere una maggiore efficacia nel prevenire la carie rispetto alle vernici al fluoro, specie nei pazienti ad alto rischio, soprattutto se posizionati sulla superficie del dente entro 2 anni dall’eruzione.
I sigillanti possono vantare, infatti, la capacità di fornire non solo una prevenzione di tipo meccanico, ma anche chimico quando vengono utilizzati materiali a rilascio di ioni F- o materiali bioattivi che, oltre a capacità remineralizzanti, possiedono capacità antibatteriche attraverso il rilascio di ioni alcalini che, aumentando il pH, proteggono i micro-gap che si possono venire a formare tra sigillante e struttura del dente. L’efficacia preventiva tuttavia aumenterebbe abbinando i due trattamenti preventivi.
Nello scegliere la migliore strategia preventiva per il piccolo paziente è comunque necessario tenere in considerazione il rischio di carie individuale valutato attraverso più parametri fra cui igiene orale, dieta, flusso salivare, quantità di batteri cariogeni all’interno del biofilm, livello socio-economico e la possibilità di controllare l’umidità del campo operatorio oltre alla collaborazione del piccolo paziente.
Significato clinico Alla luce di quanto riscontrato, è possibile affermare che non esiste ancora oggi sufficiente evidenza scientifica che decreti in modo definitivo la superiorità di un protocollo preventivo rispetto a un altro.
È ampiamente dimostrata l’efficacia tanto dei sigillanti quanto delle vernici al fluoro nella prevenzione primaria e secondaria della carie, permettendo di trattare le lesioni iniziali non cavitate senza dover ricorrere alla chirurgia (conservativa). Sono pertanto necessari nuovi studi clinici di alta qualità che riescano a dimostrare, sempre all’interno di un programma preventivo personalizzato, l’esistenza di una maggiore efficacia di un metodo preventivo rispetto all’altro.
Per continuare la lettura gli abbonati possono scaricare l'allegato.
doi: https://doi.org/10.19256/d.cadmos.03.2020.05
per scaricare questo contenuto è necessario accedere a Medikey
accedi a medikeyse non fai ancora parte della più grande comunità medica italiana
registrati ora a medikey