Obiettivi L’infezione da Herpes simplex 1 (HSV-1) è spesso sottovalutata, nonostante l’elevata sieroprevalenza globale, presente in circa 3709 milioni di persone. Insieme al tipo 2 (HSV-2) si può riscontrare nelle mucose orali, anche in assenza di sintomi e lesioni cliniche. Tale patologia può esitare in forme di entità severa e altamente recidivanti, specie nei pazienti immunodepressi, nonché causare gravi complicanze.
Obiettivo di questo lavoro è la valutazione di tre aspetti: il tasso di diffusione asintomatica dell’HSV1-2 dalla cavità orale di pazienti immunocompetenti e con alterazione immunitaria; la ri-esacerbazione del virus in seguito a trattamenti odontoiatrici; il rischio professionale da parte dei membri del team odontoiatrico, spesso trascurato, in modo da applicare le opportune procedure di sicurezza.
Materiali e metodi Sono state eseguite tre analisi sistematiche della letteratura tramite banche dati, ricercando le seguenti parole chiave in varie combinazioni: Herpes simplex virus, HSV-1, HSV-2, saliva, estrazioni dentarie, procedure, trattamento, trasmissione, odontoiatra, rischio occupazionale.
Il criterio di inclusione per tutte le analisi è la presenza di studi osservazionali in vivo, senza restrizioni temporali e con diagnosi di laboratorio diretta. Nella prima ricerca sono stati inclusi lavori basati su campioni di provenienza orale; nella seconda, tutti i lavori in cui è stata valutata l’insorgenza delle forme secondarie erpetiche in seguito a trattamenti odontoiatrici; nella terza, tutti i casi di infezione erpetica in qualsiasi sede, contratta in ambito professionale dal team odontoiatrico. Su un totale di 1282 articoli, 73 hanno soddisfatto i criteri di inclusione.
Risultati e conclusioni I risultati sottolineano che la maggiore modalità di trasmissione sia asintomatica, indipendentemente dallo stato immunitario degli individui.
Nei soggetti immunocompetenti il virus maggiormente escreto è l’HSV-1 (18,14%), mentre in quelli HIV positivi è stato rilevato anche l’HSV-2 (20,67%), spesso in concomitanza con la corrispettiva diffusione genitale. Inoltre, la quantità di HSV DNA nella saliva è statisticamente più rilevabile nei pazienti HIV positivi e oncologici rispetto a quelli immunocompetenti (p <0,01) ma non a quelli sottoposti a trapianto d’organo (p >0,01).
L’HSV-2 è maggiormente rilevabile nei pazienti HIV positivi rispetto a quelli sani (p <0,01) ma non in quelli oncologici e con trapianto (p >0,01). Per quanto concerne l’esacerbazione dell’HSV-1 in seguito a trattamenti odontoiatrici, la que stione è ancora controversa: alcuni studi evidenziano una correlazione significativa, altri l’opposto.
Infine, relativamente al rischio professionale, l’odontoiatra risulta essere maggiormente a rischio rispetto alla popolazione generale. Sono stati rilevati, infatti, numerosi casi di paronichia erpetica e di cheratite oculare.
Significato clinico Questa patologia infettiva, soprattutto nei pazienti immunodepressi, ha notevoli implicazioni nel trattamento ambulatoriale quotidiano. Inoltre, la presenza di lesioni di entità severa e refrattarie alla terapia, in individui apparentemente sani, deve sempre essere attentamente valutata dall’odontoiatra.
Attualmente non sembra emergere l’utilizzo di un protocollo standardizzato per il trattamento dei pazienti con infezione erpetica, che è stato proposto nella presente revisione.
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doi: https://doi.org/10.19256/d.cadmos.01.2021.04
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