La notizia del via libera della Stato Regioni al profilo dell'ASO è non solo la notizia della settimana ma la notizia che molti aspettavano da decenni.
Con l'ASO, oggi, tutte le figure che compongono il Team odontoiatrico non solo hanno compiti ben definiti, l'ASO li aveva già con il mansionario del contratto di lavoro, ma hanno una formazione obbligatoria e certificata. E' questo il vero obiettivo per cui le rappresentanti delle ASO si sono battute, non sarà più possibile improvvisarsi assistente, si dovrà studiare per diventarlo.
E questo è un vantaggio soprattutto per i dentisti e per i pazienti.
Direte voi: anche oggi le Assistenti erano formate, perché era il datore di lavoro che le insegnava a lavorare. Insegnare a lavorare che è diverso da seguire un percorso formativo dove certamente la formazione pratica ha un ruolo importante, ma altrettanto ne ha l'imparare tutti quegli aspetti connessi alla pratica, saper fare non è sinonimo di sapere perché lo si fa.
Ma il profilo apre anche altri scenari che, credo, neppure le stese ASO abbiamo ancora metabolizzato completamente.
Tra tutti gli sbocchi professionali.
Il nuovo profilo indica chiaramente che l'ASO, in possesso di qualifica professionale, potrà andare a lavorare negli ambulatori pubblici, nelle ASL.
Poi le sostituzioni delle circa 100 mila dipendenti degli studi odontoiatria assunte con la qualifica di Assistente alla poltrona: sostituzioni temporanee per malattia o maternità ma anche definitive per chi abbandona il lavoro. Quelle sostituzioni dovranno essere fatte da ASO in possesso dell'attestato previsto dal profilo, da personale che avrà seguito il percorso formativo e superato l'esame di idoneità, visto che l'esenzione dall'ottenere l'Attestato di qualifica è riservata a chi ha lavorato da almeno 36 mesi negli ultimi 5 anni con un contratto di lavoro come Assistente alla poltrona.
Quindi i rappresentanti della ASO, ma anche i sindacati odontoiatrici dovranno da subito sollecitare le Regioni in modo che attivino i cosi specifici, il rischio è che una volta firmato il Decreto gli studi odontoiatrici non riescano a trovare personale qualificato da assumere.
Però, ora è giusto festeggiare e dare il benvenuto nel settore alle ASO. (vai alla notizia)
Odontoiatri in crisi? Non per le Entrate
Dico una eresia, la crisi è una fattore soggettivo. Posso avere aerei privati, panfili e auto di lusso e dire: "quest'anno è stato un anno di crisi". Chiunque lavori in proprio, nel considerare l'andamento economico tiene conto delle aspettative e le confronta con i risultati ottenuti.
Se i risultati ottenuti sono il fatturato, agli odontoiatri sembra continuare ad andare bene, almeno dai dati delle Entrate. Certo con aumenti di fatturato minimi rispetto agli anni precedenti, ma sempre di segno positivo si tratta.
Dai dati resi pubblici dall'Agenzia delle Entrate, gli studi odontoiatrici vengono secondi solo dopo i notai (alla vetta della classifica, inarrivabili con un fatturato medio di quasi 600mila euro) e poco prima dei commercialisti. Poi seguono tutti gli altri professionisti con fatturati (non reddito) medi sotto i 100 mila euro.
Fotografia ben diversa da quella che, invece, il settore raccoglie quando non guarda "il dichiarato" ma chiede al dentista il fatidico: "come è andata quest'anno"?
E le risposte sono sempre allarmanti. (Vai alla notizia)
Collaborazioni meglio se con contratto
Il "Jobs Act Autonomi" è oramai entrato a pieno titolo nelle riforme davvero significative sul mercato del lavoro per i soggetti non inquadrati da un contratto di lavoro dipendente. Ma quali sono le reali ricadute si rapporti di collaborazione tra professionisti e professionisti e strutture. Lo ha spiegato l'avvocato Silvia Pari (vai alla notizia)
Il reato complicato
Un dentista manda i suoi pazienti in uno studio odontoiatrico allestito in una farmacia dove si praticano interventi estetici ma ci lavora anche un finto dentista. La vicenda si svolge tra Alessandria ed Asti l'unica certezza è che ad essere denunciati sono stati in 7, ma come si svolgeva il reato non l'abbiamo ben capito. Questo come abbiamo cercato di raccontarlo (vai alla notizia)
Norberto Maccagno
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didomenica 04 Febbraio 2018
Aiutatemi a fare due conti. Secondo l'Agenzia delle Entrate i medici e i dentisti con partita iva sono circa 170 mila. Quanti di loro nel 2017 hanno effettuato almeno una fattura ad un paziente...
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