Gli strumenti canalari rotanti al nickel titanio usati da qualche decennio in endodonzia posseggono una buona capacità di sagomatura e offrono un tasso di successo migliore rispetto alla tradizionale sagomatura manuale soprattutto in mani non particolarmente esperte. Tuttavia, non di rado si può verificare la frattura di questi strumenti, complicanza che può ostacolare le procedure canalari e influenzarne il risultato. La rimozione dei frammenti di strumenti al nichel titanio spesso risulta essere indaginosa e talvolta non possibile senza arrecare danni alla radice.
Molte sono le tecniche utilizzate per il recupero dei file fratturati. Tendenzialmente occorre preparare un determinato allargamento del canale radicolare coronale al frammento per poter recuperare con successo il frammento fratturato. Ad ora la tecnica più utilizzata e di successo per la rimozione di strumenti separati in vitro e in vivo si è dimostrata essere l'utilizzo delle punte ad ultrasuoni in associazione con il microscopio operatorio. Recentemente è stato proposto un un nuovo sistema di frese rotanti di piccolo diametro (Micro-Retrieve & Repair System; Superline NIC Dental, Shenzhen, China) con un diametro esterno variabile tra 0,7-1,2 mm e con spessore di 0,15 mm per la rimozione degli strumenti fratturati nei canali. Il sistema consiste in frese e microtubi.
Oltre ad un piccolo diametro esterno, questo nuovo sistema prevede anche la regolazione della lunghezza sia delle frese che dei microtubi a seconda della circostanza per migliorare l'accesso anche alle zone molari più difficilmente raggiungibili. La fresa "escavatrice" viene azionata con un motore endodontico in senso antiorario. Quando il frammento è esposto per 1 - 1,5 mm di lunghezza viene utilizzato il microtubo per prelevare il frammento.
In uno studio cinese in vitro, pubblicato sul Journal of Endodontics di gennaio 2017, gli autori hanno valutato gli effetti sulla dentina radicolare di 2 tecniche per la rimozione degli strumenti endodontici fratturati, quella con punte ad ultrasuoni a paragone con il Micro-Retrieve & Repair System in canali mesiali di molari inferiori con l'ausilio della tomografia micro-computerizzata. Gli autori hanno preso in considerazione ventuno denti con una configurazione anatomica simile. A 4/5 mm dall'orifizio apicale hanno fratturato volontariamente nei canali mesiali un segmento di file K3 25 / .06 .
Una scansione di micro-CT è stata eseguita prima e dopo aver rimosso lo strumento rotto. Sono stati quindi rimossi gli strumenti fratturati con le due tecniche . Successivamente sono stati misurati il volume canalare, il diametro, lo spessore radicolare a livello della forcazione e il tempo richiesto per la rimozione dei frammenti .
I risultati ottenuti dagli autori sono stati i seguenti:
La tecnica Micro-Retrieve & Repair System ha rivelato avere meno impatto sul volume del canale, sul diametro, e sulla variazione dello spessore radicolare a livello della formazione risultando più conservativa rispetto agli ultrasuoni.
Anche il tempo impiegato per rimuovere i frammenti è risultato significativamente inferiore nel gruppo Micro-Retrieve & Repair System (8,9 +/- 3,5 minuti) rispetto al gruppo ad ultrasuoni (25 +/-11,9 minuti) (P <.001).
La nuova tecnica Micro-Retrieve & Repair System, per la procedura di rimozione di strumenti fratturati dai canali radicolari, basata su frese e microtubi di piccole dimensioni da questo studio in vitro sembra offrire una superiore conservazione del tessuto radicolare dentinale rispetto all'uso degli ultrasuoni garantendo minor rimozione di dentina e minor tempo necessario . Questa metodica necessita però di ulteriori studi in vivo che ne confermino i risultati in vitro.
A cura di: Lara Figini, Coordinatore Scientifico Odontoiatria33
Per approfondire:
Evaluation of Two Trephine Techniques for Removal of Fractured Rotary Nickel-titanium Instruments from Root Canals. Qian Yang, Ya Shen, Dingming Huang, Xuedong Zhou, Yuan Gao, Markus Haapasalo J Endod gennaio 2017;43:116-120)
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