Obiettivi
Valutare l’influenza della contaminazione ematica sull’adesione e sul sito di distacco di tre differenti tipi di bracket self-ligating.
Materiali e metodi
Si sono suddivisi 240 incisivi inferiori bovini in modo random in 12 gruppi, ognuno contenente 20 campioni. Sono stati testati tre diversi tipi di brackets self-ligating (Smart Clip - 3 M Unitek, Monrovia, California, USA; Damon - Ormco, Glendora, California, USA; Quick - Forestadent, Pforzheim, Germania), incollati utilizzando primer Orthosolo (Ormco, Glendora, California, USA) e composito Trasbond XT (3 M Unitek, Monrovia, California, USA) in diverse condizioni di superficie smaltea: asciutta, contaminata con sangue prima del priming, contaminata con sangue dopo il priming, contaminata con sangue prima e dopo il priming. Dopo il bonding, tutti i campioni sono stati conservati in acqua distillata a temperatura ambiente per 24 ore e successivamente sottoposti al distacco al taglio mediante macchina da test universale (Mod. 4301, Instron Corp., Canton, Massachussets, USA). Dopo il distacco, la base dei brackets e le superfici smaltee sono state esaminate mediante microscopio ottico (Stereomicroscope SR, Zeiss, Oberkochen, Germany) a 10 x di ingrandimento. All’adesivo residuo sulla superficie vestibolare di ogni dente è stato assegnato un punteggio ARI (adhesive remnant index). Tutti i dati sono stati sottoposti ad analisi statistica (test del Chi-quadrato; significatività per p < 0,05).
Risultati e conclusioni
I campioni bondati su smalto asciutto hanno evidenziato una maggior frequenza di indici ARI “2”, mentre i campioni bondati su smalto contaminato prima, dopo, e prima e dopo il priming sono stati caratterizzati da una maggior frequenza di indici ARI “0”. Non sono state rilevate differenze significative nei punteggi ARI né tra i campioni bondati su smalto contaminato nei tre differenti momenti della procedura di bondaggio, né tra i tre tipi di attacchi autoleganti testati.
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