Il reimpianto degli elementi dentali colpiti da frattura verticale di radice riparata con un cemento adesivo a base resinosa potrebbe scongiurare l'estrazione a priori: un'interessante proposta per la risoluzione delle fratture verticali di radice.
La frattura di un elemento dentario può manifestarsi con maggior frequenza nei denti devitalizzati rispetto a quelli non trattati endodonticamente e può riguardare o solo la corona del dente o la radice o entrambe.
I segni e i sintomi di una frattura verticale di radice sono:
- Dolore alla percussione e alla pressione masticatoria
- Comparsa di fistola apicalmente o lateralmente alla radice fratturata
- Positività al sondaggio pericoronale e inter/peri-radicolare
- Radiotrasparenza periapicale
Purtroppo radiograficamente la frattura verticale di radice non risulta visibile per cui molto spesso diventa difficile diagnosticarla. La sua diagnosi si riduce ad essere quindi esclusivamente clinica, in base ai segni e sintomi sopracitati. La sua terapia purtroppo allo stato attuale è solamente chirurgica mediante l'estrazione dell'elemento dentale coinvolto. Nello studio di marzo 2015 sull'International Endodontic Journal sono stati valutati ventuno denti mascellari a radice singola colpiti da frattura verticale di radice. Dopo l'estrazione atraumatica, i frammenti fratturati sono stati cementati tra di loro, mediante tecniche adesive, con un cemento a base resinosa (4-metacrilossietil trimellitate anidride/metacrylate-tri-n-butil borano [4-META/MMA-TBB]). I denti sono stati quindi reipiantati e splintati ai denti adiacenti per 2 settimane. Gli autori hanno valutato al tempo 0, a 6 mesi e a 12 mesi l'indice di placca (PI), l'indice gengivale (GI), la profondità di sondaggio (PD) ed il livello di attacco clinico (CAL) . E' stata effettuata anche una valutazione radiografica utilizzando il PAI score al tempo 0 e a 12 mesi. E' stata esaminata inoltre la mobilità degli elementi dentali in questione utilizzando il Periotest (PTV) al tempo 0 , a 1, 3, 6 e 12 mesi. I denti ripiantati sono stati oltresì paragonati nei suddetti parametri coi denti controlaterali (denti controllo) e coi denti adiacenti . I risultati ottenuti in questo studio sono stati i seguenti: Due denti sono stati estratti nel primo mese dopo il reimpianto. Il PI, GI, CAL e PD dei denti reimpiantati sono risultati significativamente inferiori a sei mesi (p <0,0001 per tutti) e 12 mesi (p <0,0001 per tutti) dopo il reimpianto rispetto al tempo 0, ma i valori non sono risultati significativamente diversi da quelli dei denti controllo e denti adiacenti. La mobilità, stabilita mediante PTV, dei denti reimpiantati è risultata aumentata significativamente (P <0,0001) dopo l'intervento di reimpianto ma diminuita rispetto ai valori al tempo 0 entro 12 mesi e non risultavano significativamente differenti rispetto ai denti controllo. Anche a livello radiografico il PAI score dei denti con frattura verticale di radice reimpiantati si è mostrato significativamente più basso (P <0,05) a 12 mesi rispetto al tempo basale.
Se questi risultati fossero confermati da ulteriori ricerche, emergerebbe concretamente la possibilità di scongiurare l'estrazione immediata dei denti affetti da frattura verticale di radice. La riparazione mediante tecniche adesive, fuori dal cavo orale, della frattura e il reimpianto del dente consecutivo potrebbe rappresentare una nuova via da percorrere come terapia alla frattura verticale di radice.
A cura di: Lara Figini, coordinatrice scientifica Odontoiatria33
Bibliografia
Int Endod J.2015 Mar 2. doi: 10.1111/iej.12444. [Epub ahead of print]
Intentional replantation of adhesively reattached vertically fractured maxillary single-rooted teeth.
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