Mantenere l’igiene del cavo orale nei reparti di terapia intensiva può essere molto utile per la salute generale dei pazienti ricoverati: uno studio israeliano, infatti, ha provato che lo spazzolamento dei denti può ridurre il rischio di contrarre la polmonite nei pazienti intubati. Una pratica che può, a prima vista, sembrare superflua in persone che versano in gravi condizioni, dunque, può invece prevenire un’infezione che comporterebbe un rischio aggiuntivo per la loro vita. “È stato stimato che circa il 15 per cento dei pazienti sottoposti a ventilazione assistita contrae la polmonite” avverte Ofra Raanan, responsabile dello studio e ricercatrice presso il Dipartimento di scienze infermieristiche dell’università di Tel Aviv, in Israele.
“Questo avviene perché i batteri che si trovano nel cavo orale e che normalmente non causano infezioni sono veicolati dal sistema di intubazione fino alla parte inferiore dei polmoni: attraverso le piccole gocce d’acqua che si formano all’interno dei tubi che portano l’ossigeno, i batteri possono arrivare fino ai polmoni e lì moltiplicarsi grazie anche alla scarsa resistenza offerta dal sistema immunitario indebolito dei pazienti.
Ridurre la presenza dei batteri nel cavo orale, dunque, diventa un’azione di prevenzione molto utile per questo tipo di degenti.” Negli Stati Uniti sono stati sperimentati metodi che si basano sull’applicazione di una sostanza battericida sulla superficie del cavo orale, ma gli studiosi israeliani sostengono che anche il sistema manuale può raggiungere buoni risultati. “Per quanto sia difficile stimare esattamente quanto il rischio di sviluppare la polmonite si riduca grazie all’igiene dentale manuale, stimiamo che lo spazzolamento effettuato tre volte al giorno in questo tipo di pazienti possa ridurre del 50 per cento circa il rischio di sviluppare la polmonite” afferma la ricercatrice; “questo significa che se le strutture sanitarie indicassero come necessario lo spazzolamento dei denti più volte al giorno, oltre alle operazioni di rimozione delle secrezioni da cavo orale e gola che il personale infermieristico già attua attraverso appositi strumenti, si potrebbe sicuramente evitare un peggioramento della salute in molti pazienti e salvare vite umane.”
GdO2009; 2
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