Poco meno di 7 miliardi di euro è il fatturato totale dei 44.118 studi odontoiatrici attivi nel 2015: 6.849.804.148 di euro il dichiarato. Il dato emerge dall'analisi degli studi di settore del 2015, pubblicati dall'Agenzia delle Entrate, che segna per la prima volta negli ultimi anni una riduzione del numero di partite iva: 543 unità in meno rispetto al 2014.
Fatturato dei dentisti italiani (non sono ancora disponibili i dati disaggregati per tipologia di studio) che si attesta in media sui 155 mila ero a studio e segna un incremento rispetto all'anno precedente (il 2014) di 3.600 euro.
Rispetto al 2014 calano, però i contribuenti congrui agli studi di settore, il 68,05% dei contribuenti (lo scorso anno nella stessa posizione era il 71,6%), circa l'11% la percentuale dei contribuenti non congrui che hanno deciso di adeguarsi.
Per quanto riguarda i correttivi relativi alla crisi economica sono stati 6 mila (il 20% degli studi) gli studi che hanno usufruito di questa possibilità.
Entrando ancora di più nello specifico, secondo i dati delle Entrate i dentisti che risultano congrui e coerenti sono stati il 41,96%, il 26,06% sono risultati congrui ma non coerenti, il 7,68%% non congrui ma coerenti, il 24,27% non congrui e non coerenti.
Cosa si intende per congruo e coerente
Le Entrate ricordano che "il contribuente è congruo se i ricavi o i compensi dichiarati sono uguali o superiori a quelli stimati dallo studio di settore, tenuto conto delle risultanze derivanti dall'applicazione degli indicatori di normalità economica. La coerenza, invece, misura il comportamento del contribuente rispetto ai valori di indicatori economici predeterminati, per ciascuna attività, dallo studio di settore".
Se il contribuente risulta congruo e coerente può stare tranquillo: non sono previsti controlli automatici per i contribuenti in questa situazione.
Se risulta non congruo e non coerente, l'accertamento è automatico.
Se si è congruo ma non coerente, per il contribuente non è possibile adeguarsi e la sua posizione finisce al vaglio dell'Agenzia delle Entrate che può decidere se effettuare un accertamento, ordinario o a tavolino, oppure soprassedere.
Se invece il contribuente non è congruo ma coerente, può decidere di adeguarsi.
Nor.Mac.
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