Nel 2014 gli italiani che sono andati a lavorare all'estero, secondo i dati messi a disposizione dalla Commissione Europea, sono stati 311 contro gli 80 cittadini stranieri che nello stesso periodo hanno chiesto il riconoscimento del titolo di studio ottenuto in uno stato estero per venire ad esercitare in Italia. 417, invece i cittadini italiani che nel 2014 si sono visti riconosciuto il titolo di studio conseguito all'estero.
Se si considerano gli ultimi 10 anni (2005-2015) sono stati 1.326 i dentisti italiani che hanno deciso di andare ad esercitare oltre confine, oltre il 15% dei nuovi iscritti all'Albo degli Odontoiatri nello stesso periodo. Un fenomeno intensificato negli ultimi 5 anni visto che dal 2010 al 2015 a lasciare l'Italia sono stati 984 dentisti italiani; 203 quanti hanno deciso di trasferirsi nel 2015.
In questi 10 anni è stata la Svizzera la meta preferita da 725 dentisti italiani, certamente per questioni logistiche e di lingua. Un fenomeno quello del dentista frontaliero italiano, più volte denunciato dall'associazione elvetica dei dentisti.
Seconda meta preferita dagli odontoiatri italiani per esercitare la professione è l'Inghilterra (389 i dentisti italiani che l'hanno scelta negli ultimi 10 anni), segue la Spagna (55), il Belgio (37), la Francia (23), la Svezia (21), Germania (14), Grecia (10), Norvegia (9), Olanda (8), Danimarca (6), Romania (5), Austria e Polonia (4), Repubblica Ceca (2), Bulgaria, Croazia, Ungheria, Portogallo, Slovacchia (1).
Rispetto agli altri Paesi europei l'Italia è ai primi posti per mobilità dei propri professionisti, dietro alla Germania (3.435 professionisti hanno lasciato il paese negli ultimi 10 anni), Romania (3080) e Spagna (2266), ma sappiamo che questi ultimi due paesi sono quelli che formano professionisti provenienti da tutta Europa ed i dati censiti dalla EU prendono in esame dove il professionista si è laureato e non la sua nazionalità. Seguono l'Italia il Portogallo (1020), altra nazione che forma i futuri professionisti provenienti da tutta Europa, la Polonia (1.183) e la Francia (1.180).
I dati sulla mobilità dei professionisti all'interno dell'Unione non permettono di capire quale sia la tipologia di professionista che decide di lavorare oltre confine, probabilmente sono i giovani più abituati a "girare" l'Europa per studio. Una conferma di questo desiderio l'avevamo avuta anche da un sondaggio realizzato dal Servizio Studi ANDI e Collegio dei Docenti del 2013, sulle aspirazioni lavorative dei futuri dentisti, dal quale emergeva che l'82% degli intervistati dichiarava l'intenzione (40,8%), oppure aveva preso in considerazione (42,0%) l'ipotesi di andare a lavorare all'estero.
Norberto Maccagno
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