Amore e odio quello tra dentisti e la pubblicità. Da una parte l'odontoiatria organizzata con le campagne da milioni di euro e dall'altra i dentisti tradizionali che cercano di farsi conoscere utilizzando vari strumenti di comunicazione sul territorio e quelli che non ne vogliono sapere ritenendola uno strumento negativo per l'immagine della categoria.
Ma quanti sono gli studi che utilizzano la pubblicità per farsi conoscere e dove e quanto investono?
Odontoiatria33 lo aveva chiesto nel 2014 ai dentisti italiani attraverso una indagine telefonica ad un campione rappresentativo di dentisti e nel mese di maggio di quest'anno ha riposto gli stessi quesiti, questa volta via web, sempre ad un campione rappresentativo di odontoiatri.
In questi tre anni i dentisti sembrano essersi un po' più avvicinati alla pubblicità: nel 2014 a dichiarare di farla era il 15%, oggi ha ammesso di utilizzare uno strumento promozionale il 21% del campione.
Gli strumenti utilizzati sono quelli che puntano a promuovere lo studio sul territorio come l'inserzione pubblicitaria sul giornale locale (utilizzata dal 23% del campione), cartelloni pubblicitari in strada (12%), volantinaggio (11%) e buoni tipo Groupon (7%).
Ma lo strumento più utilizzato dai dentisti italiani per promuovere il proprio studio è Google e Facebbok, strumenti scelti dal 47% di coloro che hanno attivato campagne pubblicitarie.
Social e Web scelti, probabilmente, anche per i costi decisamente più contenuti rispetto alla carta stampata o altre forme di comunicazione. Ed infatti andando ad analizzare quanto i dentisti hanno investito in un anno in pubblicità scopriamo che il 66% ha speso meno di 2 mila euro, il 23% meno di 5 mila il 7% meno di 10 mila euro mentre il 4% più di 10 mila euro.
Interessante sarà verificare se il bonus fiscale contenuto nella manovra finanziaria 2017 potrà convincere qualche dentista in più a tentare questa strada per farsi conoscere ed informare sulle prestazioni erogate.
Dentisti che mediamente si dicono soddisfatti dei risultati ottenuti, almeno il 40% lo indica, mente il 21% non lo è stato. Non sono riusciti, invece, a valutare l'efficacia dell'investimento il 38% del campione.
Norberto Maccagno
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