Sondaggio UNIDI tra le aziende associate per capire come hanno gestito l’emergenza, le ripercussioni economiche e le previsioni per il futuro
L’industria dentale italiana fa il punto su questi primi sei mesi del 2020 caratterizzati dalla pandemia e cerca di ipotizzare il futuro. E lo fa attraverso i dati di un sondaggio effettuato tra giugno e luglio fra le aziende associate UNIDI al quale hanno risposto oltre il 60% degli associati. Analisi presentata durante l’Assemblea Generale dei Soci di UNIDI svoltasi lo scorso 21 luglio.
“Dai dati –sottolineano da UNIDI- emerge un quadro preoccupante dello stato di salute della nostra industria, ma anche il ritratto di un settore forte che è pronto, seppur con fatica, a riprendersi”.
Se da marzo a maggio il mercato odontoiatrico italiano e buona parte di quello europeo e mondiale era di fatto fermo, visto che gli studi gestivano solo le emergenze, la maggior parte delle aziende italiane del settore, comprese negli elenchi di quelle che potevano operare, hanno continuato a lavorare, solo il 21% ha dichiarato di aver sospeso l’attività mentre il 7% lo ha fatto parzialmente.La maggior parte delle aziende, il 75% circa, ha fatto ricorso agli ammortizzatori sociali mentre solo una minima parte, poco più del 14%, ha chiesto ai propri dipendenti di usufruire di ferie e permessi.
Rispetto al fatturato del primo trimestre del 2019, le aziende evidenziano in poco più del 40% un calo del fatturato entro il 25% e solo poco più del 12% lamenta una perdita maggiore. Da rilevare che il 20% delle aziende, invece, segnala un aumento di fatturato. Per il secondo trimestre, invece, sale la percentuale delle aziende con le perdite maggiori e di fatto la situazione si inverte.
Tra le criticità del periodo, la questione “ritardi nei pagamenti da parte dei clienti: il 46% ha dichiarato di aver dovuto fare i conti con ritardi nei pagamenti in misura marginale, mentre il 48% in misura significativa, nella totalità o quasi dei casi il 5%, nessuno ha dichiarato di non aver avuto problemi di ritardi nei pagamenti.
Le previsioni sull’anno poi evidenziano che il 37% delle aziende prevede un calo di fatturato tra il 25 e il 50% e il 35% di esse entro il 25%.
Ma “il sentito” degli industriali del settore dentale italiano che emerge dalle risposte del sondaggio può essere letto come moderatamente positivo. Infatti il 30% dichiara di non voler rinunciare a fare investimenti programmati nel prossimo biennio mentre il 40% è ancora deciso. Sicure di voler annullare gli investimenti già programmati il 29% delle aziende.
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