“Ottanta rifacimenti su cento in odontoiatria sono dovutial fatto che al paziente non piace il colore finale dei restauri. L’odontoiatra non è un fotografo ma non può prescindere da conoscenze di colorimetria, e di psicologia, quando tratta professionalmente un sorriso e quando vuole costruire un rapporto di fiducia veramente forte”.
A dirlo è Roberto Favero (nella foto), (socio fondatore e consigliere di Poesis, socio della Società di Chirurgia Orale ed Implantologia SICOI socio coordinatore Unita’ Locale Veneto Est), uno dei relatori al VIII Congresso di Poiesis in programma questo fine settimana al Museo Nicolis di Villafranca di Verona Nella seconda parte della mattinata il dott. Favero relazionerà sulla corretta comunicazione al paziente mediante l’uso delle fotografie e al pomeriggio sarà protagonista del workshop teorico-pratico dal titolo “La comunicazione del colore in odontoiatria in maniera semplice e predicibile”. Gli abbiamo posto alcune domande.
Dott. Favero,la presa del colore è sicuramente una fase delicata ed anche molto soggettiva. E poi si deve trasferire al tecnico quanto rilevato. Quali consigli può dare?
Sì, l’analisi del colore in odontoiatria e la sua comunicazione al laboratorio odontotecnico è sicuramente una manovra delicata e complessa. Data la grande soggettività di ognuno di noi nel vedere i colori è necessario utilizzare un metodo che sia allo stesso tempo affidabile, misurabile scientificamente e riproducibile. È il cosiddetto sistema di gestione del colore o CMS (Color Management System) che in questo caso ci dà una mano. Esso consiste nell’assegnare ad ogni periferica (fotocamera, monitor, stampante) un profilo colore. Dobbiamo quindi calibrare e creare un profilo della nostra fotocamera, del monitor e della stampante. Anche l’odontotecnico deve creare un profilo per il proprio monitor. È una pratica fondamentale per chi lavora con la grafica e la fotografia digitale. Sono comunque manovre di estrema semplicità che vengono ripetute ogni tanto (I grafici calibrano i loro monitor circa una volta al mese per mantenere la loro accuratezza). In questo modogli stessi colori su tutte le periferiche rimangono inalterati.
Quali strumenti può utilizzare il dentista? La fotografia è sicuramente uno strumento utile ma quella digitale è fedele visto che a seconda del monitor che si utilizza i colori cambiano? Cosa consiglia?
Ogni periferica quando esce dalla fabbrica, e per periferica intendo il monitor, la fotocamera, la stampante, lo scanner, produce colori diversi anche se della stessa marca e tipo. Per questo motivo è consigliabile creare un profilo in modo che i vari devices possano parlare tra di loro. L’analisi e la diagnosi del colore possono essere effettuate utilizzando solo le scale colori o le scale colori con l’ausilio della fotocamera digitale o con apparecchi tecnologici come gli spettrofotometri. Il mio consiglio è di effettuare la rilevazione del colore con uno spettrofotometro e di eseguire almeno due riprese con la fotocamera digitale.
La soluzione di invitare il tecnico a rilevare il colore direttamente in studio rimane quella più affidabile?
Si è visto che il nostro occhio pur essendo un organo altamente complesso non è affidabile per la diagnosi del colore. Basti ricordare che le anomalie nella visione dei colori colpiscono circa una persona su dieci e noi tutti anche se perfettamente sani percepiamo colori diversi. Consiglio di utilizzare una scala a colori di ultima generazione e di eseguire almeno un paio di riprese con la fotocamera digitale che se usata correttamente (è doveroso calibrare la fotocamera e eseguire il bilanciamento del bianco) è estremamente utile per l’odontotecnico. Infine se vogliamo ottenere il massimo dei risultati dobbiamo avere in studio uno spettrofotometro. Gli spettrofotometri sono tra gli strumenti più precisi e offrono elevati livelli di affidabilità e riproducibilità. Le misure ottenute sono solitamente convertite e inserite all’interno di una scala colori di nostra scelta.
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