In occasione del Dental Forum 2013, svoltosi ad Asti lo scorso sabato, sul tema della rivoluzione digitale nello studio e nel laboratorio odontotecnico, abbiamo chiesto come la pensano a due dei relatori presenti: il prof. Roberto Scotti del Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche dell'Università di Bologna ed al dott. Cesare Robello -Socio Effettivo degli Amici di Brugg, e dell' American Academy of Restorative Dentistry, dell'Accademia Italiana di Conservativa e del Gruppo di Studio Italiano R.V.Tucker.
Ritenete che la protesi moderna deve partire da una impronta digitale?
Prof. Scotti: La impronta digitale è solamente una parte delle possibili applicazioni delle tecnologie digitali a disposizione della professione. Le strumentazioni ad oggi disponibili consentono di rilevare impronte digitali soddisfacenti delle arcate dentarie preparate per riabilitazioni protesiche su denti naturali e implantari. Rappresentano quindi sulla base della mia esperienza clinica la migliore soluzione per una procedura virtuale di una realizzazione di un manufatto protesico. Ulteriori proposte tecnologiche saranno a breve disponibili per semplificare la procedura di impronta consentendo una maggior diffusione presso gli odontoiatri.
Dott: Robello: Il termine deve mi sembra ancora troppo assolutistico. Sotto il termine protesi esistono trattamenti molto diversi tra loro, dalla corona singola su dente naturale o impianto fino ai casi complessi anche questi su elementi naturali e impianti. Sicuramente in tutte le applicazioni e' giunto il momento di poter scegliere tra un' impronta tradizionale e quella digitale. Non necessariamente il flusso di lavoro se parte analogico deve continuare in tutti i passaggi così ma ogni singolo step sia che venga effettuato in studio o in laboratorio può essere eseguito nelle due maniere. E questo può avvenire, ripeto, anche nell'ambito dello stesso caso.
Ad oggi i risultati clinici ottenuti con una impronta digitale sono sovrapponibili a quelli ottenuti con la metodica classica?
Prof. Scotti:I risultati delle valutazioni in vitro della impronta digitale sottolineano la elevata qualità e ripetibilità del dettaglio della procedura. infatti vengono eliminati tutti i cofattori condizionanti il risultato di una impronta tradizionale quali la scelta dei materiali e la loro lavorazione o le variabili legate al fattore umano. Per valutare i risultati clinici sono necessari ulteriori studi longitudinali che attestino la durata delle riabilitazioni in vivo di controllo.
Dott. Robello: Laddove si è scelta l'impronta digitale direi che oggi il risultato si possa considerare sovrapponibile, fermo restando che l'operatore ha il dovere di fare una buona impronta sia in un modo che nell' altro e con tutte le difficoltà del caso.
Per un laboratorio, uno studio dentistico, i tempi sono maturi per migrare verso la tecnologia digitale?
Prof. Scotti: La tecnologia digitale e ormai parte integrante della professione odontoiatrica e odontotecnica. L'applicazione dei sistemi CAD CAM alla odontoiatria ha rappresentato il mezzo per produrre manufatti protesici di elevato livello, standardizzandone la qualità e consentendo la lavorazione di materiali altrimenti difficilmente impiegabili.
Dott. Robello: Il laboratorio a mio avviso e' quello che maggiormente deve essere attento a queste nuove tecnologie e da queste dipenderà sempre di più.
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