Damilano (CAO Cuneo): dopo il caos per ottenere i vaccini ora si assiste all’incomprensibile esclusione della categoria degli odontoiatri tra i soggetti ammessi come somministratori
E’ ben noto come la nostra categoria e quella dei nostri dipendenti siano tra le più esposte al contagio da Sars- Cov 2; è altrettanto noto che il ruolo della sanità privata nella cura delle malattie orali sia assolutamente preminente e insostituibile.
Fortunatamente, la costante attenzione alle misure di prevenzione ha finora relativamente risparmiato gli odontoiatri dal pesante tributo di vite umane versato da altre categorie di sanitari; ma questo si è raggiunto solo grazie a procedure particolarmente stringenti, incremento nell'uso di dpi adeguati, restrizioni nell'accesso ai nostri studi per salvaguardare la propria salute e quella dei pazienti.
L'arrivo dei tanto sospirati vaccini è stato visto come la possibilità di tornare a un'attività quasi normale; ma come sappiamo, la realtà si è dimostrata molto diversa.Infatti, a ormai quasi due mesi dall'inizio delle vaccinazioni di massa, la situazione sul territorio nazionale è estremamente differenziata; alcune Regioni hanno capito da subito l'importanza della vaccinazione di tutti gli operatori sanitarie esposti e hanno ormai quasi completato il percorso, mentre altre solo ora stanno cominciando, alcune sono ancora ferme al palo, o destinano ai liberi professionisti solo le dosi “avanzate”.
Intanto si aggiungono giornalmente nuove categorie prioritarie, appartenenti però alla popolazione generale, che pur essendo a rischio godono per tipo di occupazione o condizione di vita della possibilità oggettiva di minore esposizione rispetto a chi, per la natura del suo lavoro, vive immerso in un aerosol potenzialmente infetto almeno otto ore al giorno. Una disparità di trattamento tra sanitari assolutamente intollerabile, quasi che l’esposizione al rischio dipendesse non da condizioni oggettive, ma dalla dipendenza dal SSN; in questo introducendo una ulteriore divaricazione con i cosiddetti “garantiti” purtroppo anche nel diritto alla salute.
Contemporaneamente, nel conclamato obiettivo di vaccinare al più presto tutti, e con la necessità di incrementare le unità vaccinali, si assiste all’incomprensibile esclusione della categoria degli odontoiatri tra i soggetti ammessi come somministratori che possono accedere al corso FAD per formare gli operatori che saranno impegnati. Sono ammessi però senza problemi farmacisti, infermieri, assistenti sanitari, biologi, tecnici di laboratorio, ostetrici, psicologi.
Non viene considerata valida la Laurea in Odontoiatria (6 anni) per contribuire alla prevenzione e rilevamento dei positivi mediante tamponi e per eseguire (nelle strutture sanitarie dedicate) i vaccini. Si è spesso affermato da parte dei nostri dirigenti che il Ministro della Salute del passato Governo fosse particolarmente attento alle istanze della nostra categoria; visti i risultati ottenuti fin qui, dobbiamo ipotizzare che forse è mancata la necessaria determinazione nell’esporre le nostre ragioni, o l’autorevolezza indispensabile per farle comprendere.
Gian Paolo Damilano: presidente CAO Cuneo
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