Non è chiaro se aver avuto precedenti carie sia un fattore predittivo di nuovi episodi cariosi migliore rispetto ai test salivari per la ricerca di Streptococcus mutans. Talvolta gli studi sono importanti anche quando non forniscono risultati conclusivi e la revisione pubblicata sul Journal of Dentistry si conclude con l'ammissione che non ci sono abbastanza evidenze scientifiche che ci consentano di valutare l'accuratezza dei diversi metodi utilizzati per indentificare gli individui a maggior rischio di carie coronale; ne segue un appello alla comunità scientifica perché vengano messi in cantiere studi di buona qualità su questo tema. I ricercatori svedesi autori dell'analisi hanno preso in esame diverse metodiche: oltre ai due citati (una precedente esperienza di carie e i test di microrganismi patogeni nella saliva), il buffer che misura il potere tampone della saliva, l'igiene orale, le abitudini alimentari e variabili sociodemografiche. L'obiettivo era il calcolo, per ciascun fattore, di sensibilità, specificità, valore predittivo e rapporto di verosimiglianza.
Il fattore "carie precedenti" ha mostrato una sensibilità variabile tra 0,21 e 0,94 a seconda degli studi e una specificità tra 0,20 e 1; il test per la ricerca di Streptococcus mutans ha evidenziato una minore sensibilità ma una specificità superiore. Nel caso di bambini e dunque di denti decidui, il rapporto di verosimiglianza (la probabilità che il test sia positivo in persone malate rispetto alla probabilità che sia positivo in persone sane) dei due metodi è stato rispettivamente di 3 e di 4. Tuttavia, se sono stati identificati almeno tre studi che hanno analizzato questi due fattori (oltretutto di qualità metodologica non eccelsa), per gli altri non c'è neppure questo e le evidenze sono praticamente assenti.
Non si tratta di un dato privo di conseguenze; come fanno notare gli autori, "per aumentare l'efficacia delle azioni di prevenzione, è necessario identificare i soggetti a rischio di sviluppare carie a cui vanno dirette gli sforzi e le risorse maggiori e quelli che non corrono rischi particolari, per i quali è opportuno ridurre esami e interventi".
Adelmo Calatroni
(*) Senneby A, Mejàre I, Sahlin NE, Svensäter G, Rohlin M. Diagnostic accuracy of different caries risk assessment methods. A systematic review. J Dent. 2015 Dec;43(12):1385-93.
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