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06 Giugno 2008

Bruxismo e cefalea

di Caterina Micol Cabrini


Quando un piccolo paziente si presenta nello studio con segni sullo smalto indicatori di bruxismo, una delle domande appropriate che l’odontoiatra potrebbe porre ai genitori è: “il bambino soffre spesso di mal di testa”?
Un recentissimo studio ha provato, infatti, che i bambini con cefalea di tipo tensivo tendono a soffrire anche di disturbi del sonno e di bruxismo e, se questo fosse il caso, l’odontoiatra potrebbe intervenire limitando i danni causati dal digrignamento notturno consigliando di sottoporre il piccolo paziente a cure specialistiche.
Lo studio, che ha coinvolto 90 bambini con frequenti mal di testa, non è stato ancora pubblicato, ma è stato presentato al sessantesimo meeting annuale dell’American Academy of Neurology svoltosi a Chicago (Usa) tra il 12 e il 19 aprile scorsi. “Il nostro è il primo studio che abbia sottoposto una popolazione di bambini alla polisonnografia, ossia a una registrazione simultanea, svolta durante il sonno, di alcuni parametri fisiologici come lo stato di attivazione cerebrale, i movimenti del torace e dell’addome o il flusso oronasale, indici utili per capire in quale fase del sonno il soggetto si trovi in ogni momento” sostiene Martina Vendrame, ricercatrice presso il Dipartimento di neurologia della Temple University School of Medicine di Philadelphia, negli Stati Uniti, e membro dell’American Academy of Neurology.
“Questo ci ha permesso di capire che i differenti tipi di mal di testa comportano per i bambini disturbi collaterali differenti: i 60 pazienti che soffrivano di emicrania hanno mostrato di sperimentare più frequentemente degli altri episodi di apnea notturna, di avere un tempo totale di sonno più breve e di avere bisogno di un tempo maggiore per addormentarsi; ciò che ha caratterizzato i sei bambini con cefalea di tipo tensivo, invece, è stato proprio il fatto di soffrire di bruxismo in maniera notevolmente più frequente rispetto agli altri: la metà di essi, infatti, ha mostrato di digrignare i denti contro solo il 2,4 per cento dei piccoli che soffrivano di altri tipi di mal di testa.”
Secondo gli autori dello studio dunque la presenza di bruxismo notturno può, nei bambini che soffrono di cefalea, indirizzare la diagnosi verso uno specifico tipo di mal di testa e il paziente verso le cure appropriate. “Poiché non sempre è facile capire quali siano esattamente i sintomi che emergono dalle descrizioni dei disturbi fatte dai bambini, è sicuramente utile individuare elementi che possono indicare una diagnosi probabile” conclude la ricercatrice; “in questo caso sapere che il bruxismo è legato in particolare alla cefalea tensiva può rendere prezioso l’intervento dell’odontoiatra nell’indirizzare il piccolo paziente verso lo specialista e le cure più adatte”.

GdO 2008; 8

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