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15 Febbraio 2017

Il fluoro


Il fluoro è ritenuto da molti come il nemico naturale della carie e per ottime ragioni: aiuta effettivamente a prevenirla rendendo le superfici esterne dei denti più resistenti agli attacchi degli acidi prodotti dai batteri.

La sua attività è nota fin dalla prima metà del secolo scorso, quando il dentista Trendley Dean, che lavorava per il servizio sanitario pubblicodegli Stati Uniti, scoprì che l'incidenza della carie nella popolazione era più limitata nelle zone in cui la fornitura d'acqua conteneva circa 1 ppm di fluoro. I successivi approfondimenti portarono Dean a mostrare che il fluoro esercita la propria attività fin dalle fasi iniziali dello sviluppo dei denti, rinforzandoli. L'assunzione di fluoro per via sistemica favorisce infatti la costituzione di fluorapatite negli strati più profondi dello smalto in via di formazione. Gli studi successivi hanno ridimensionato gli effetti del fluoro sulla dentatura decidua ma hanno d'altra parte evidenziato la sua efficacia sui denti permanenti.

Se nei Paesi anglosassoni ha avuto molta popolarità l'aggiunta di fluoro alle acque potabili, il suo utilizzo topico, in dentifrici, collutori e gel, si è diffuso rapidamente in tutto il mondo.
L'azione topica è efficace sui tessuti demineralizzati, attraverso la formazione, invece della semplice idrossiapatite, di fluorapatite, in cui due ioni fluoro rimpiazzano due ioni idrossido. Il risultato è una nuova fase minerale caratterizzata da minore solubilità, maggiore stabilità e soprattutto una aumentata resistenza agli attacchi acidi della placca. Ma il fluoro agisce anche attraverso un'altra modalità: blocca la glicolisi anaerobia, il processo che porta alla produzione degli acidi, altera i meccanismi di trasporto degli zuccheri e compromette la sintesi di molecole essenziali per la formazione della parete cellulare dei microrganismi. Ne deriva la capacità di aumentare la resistenza agli attacchi dei batteri cariogeni, in particolare dello Streptococcus mutans, uno tra i principali responsabili della carie.

C'è però chi ha messo in dubbio la sicurezza del fluoro e ha espresso delle perplessità sull'opportunità del suo utilizzo nelle pratiche quotidiane di igiene orale. Il rischio paventato è quello della fluorosi, un'ipoplasia dello smalto e della dentina provocata da un'assunzione eccessiva di fluoro durante il processo di formazione del dente; l'intossicazione acuta o cronica si può manifestare anche con gravi turbe gastroenteriche.
Tuttavia, come succede con gran parte delle sostanze, anche in questo caso a fare la differenza sono le dosi: seguendo le indicazioni raccomandate, il rischio di fluorosi è decisamente basso e praticamente nullo dopo gli otto anni. E le linee guida, nazionali e internazionali, raccomandano l'utilizzo del fluoro, purché sia, appunto, ai dosaggi corretti.

 
 
 
 

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