Non pensi che i nuovi materiali abbiano problemi di cementazione? L’avvento del CAD/CAM ha cambiato i criteri della cementazione? Due domande a cui il prof. Gagliani tenta di dare una risposta. Ovviamente a modo suo.
La domanda di un amico di vecchia data sull’argomento mi ha suggerito questo editoriale.Nel suo senso ultimo essa era anche intrigante: non pensi che i nuovi materiali abbiano problemi di cementazione? L’avvento del CAD/CAM ha cambiato i criteri della cementazione?
La mia fortuna è stata sempre quella di avere buoni amici e maestri nel campo; ho appreso da loro un metodo di ragionamento e non un prodotto o una tecnica specifica.Questi ultimi passano di moda e, soprattutto, se non obbediscono a determinate logiche, devono essere guardati con sospetto.La nostra Casa Editrice ha già prodotto, per opera di valenti ricercatori, un ottimo testo a riguardo ma non desidero fare un editoriale pubblicitario. Sempre in questo ambito anche l’Accademia Italiana di Conservativa ha messo a disposizione, in rare copie, un pregevole contributo.
Mi limiterò a fare due riflessioni prettamente logiche che devono essere, a più di trent’anni dall’avvento dei sistemi adesivi moderni, patrimonio comune.
La prima: la diversità dei substrati, smalto e dentina, fornisce valori di adesione differenti; è un dato incontrovertibile. I due substrati meritano sistemi di trattamento specifici al fine di fornire le condizioni migliori per “fare adesione”; trascurare questa peculiarità significa ignorare l’elemento base per fare una corretta procedura adesiva. Ergo, limitare la propria conoscenza a un sistema venduto come “faso tuto mi” risulterebbe simile a guidare con le gomme lisce quando nevica.
Un secondo aspetto riguarda la conoscenza dei materiali: ogni materiale, ceramico o resinoso, ha un sistema di trattamento della superficie che merita le dovute attenzioni, che non sono marginali e devono essere messe in pratica nello studio odontoiatrico. Senza queste attenzioni il legame adesivo è fallace e tutto si vanifica.
I dubbi che costantemente emergono in questo contesto mi fanno pensare a una vecchia storia della fine del secolo scorso quando i primi sistemi adesivi presero piede e soppiantarono il cosiddetto “fondino” a base di ossifosfato di zinco. Un vecchio bucaniere del dente ne acquistò una confezione e, convinto di doverlo usare come il precedente prodotto, chiamò il rappresentante fidato apostrofandolo: “Uè Giuan, mi ‘u mis insema el vun, el du, el tri…ma chi se induriss gnent!” (1)
Ho l’impressione che abbiano sempre ragione gli americani che affermano: “Se qualcosa non funziona, leggi le istruzioni!”. Le nostre istruzioni sono rappresentate da libri, articoli e conferenze che, se i dubbi permangono, forse sono troppo poco frequentati.
(1) “Ciao Giovanni, ho mescolato il prodotto 1, il prodotto 2 e il prodotto 3 ma non si indurisce il materiale”
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