La richiesta d'informazioni ricevuta da "Le Iene", in merito al mercato dell'amalgama, mi ha portato ad approfondire alcuni aspetti che normalmente tralasciamo, essendo questo comparto in pieno declino sotto l'aspetto dei numeri.
(Il servizio sull'amalgama dentia con il breve commento di Roberto Rosso è andat in onda domenica 18 dicembre e lo trovate a questo link NdR)
Grazie alla nostra ricerca Sell-out Analysis, è possibile misurare in modo preciso e affidabile il numero di capsule (secondo le differenti dosi contenute) e stimare così il numero di otturazioni effettuate in ogni anno dai dentisti italiani.
Come si può osservare nel primo grafico, nel 2015 si stimano in circa 1,2 milioni le otturazioni in amalgama su un complessivo di circa 25 milioni, con un'incidenza media del 5%. Possiamo quindi affermare che un'otturazione su venti è ancora realizzata in amalgama.
È possibile che ciò sia dovuto a specifiche e puntuali scelte terapeutiche del dentista in situazioni particolari, nelle quali il prodotto viene ragionevolmente ritenuto più adatto, ma l'uso potrebbe essere influenzato anche da altri aspetti, come l'abitudine o il costo.
Ricerche di tipo descrittivo segnalano, infatti, un uso più marcato nelle zone del Sud e, in modo particolare, tra i dentisti più anziani.
Relativamente al costo, pur essendo la differenza con i compositi davvero rilevante (il costo medio del materiale di un'otturazione si aggira intorno a 1,50€) e considerando l'esigenza sempre più marcata di otturazioni estetiche, anche sulle porzioni posteriori, il numero di restauri sui quali "poter risparmiare" è veramente residuo e, dal nostro punto di vista, non rilevante per la scelta.
La situazione è diversa in quei paesi dove la spesa odontoiatrica si concentra su un "terzo pagante" come ad esempio succede in Francia con le Assicurazioni o in Inghilterra con il Sistema Sanitario.
Si veda a questo proposito il peso delle vendite industriali dell'ultimo biennio nei diversi paesi: il grafico 2 mostra l'incidenza delle vendite di amalgami, prodotti ionomerici (a base vetrosa e composita) e compositi.
Non possiamo paragonare l'informazione con quella precedente riguardante il numero di otturazioni in Italia, poiché in questo caso parliamo di valori (non di quantità) e, come anticipato, i prezzi medi dei differenti prodotti (amalgami, compositi, vetroionomeri, etc.) sono molto diversi tra loro.
Questa elaborazione ci aiuta quindi soprattutto a individuare i paesi che abitualmente fanno maggior uso di amalgama rispetto ad altri materiali e, per quanto ci riguarda, l'Italia si trova al terzo posto dietro Inghilterra e Francia.
Sono proprio questi due paesi, sia pur riducendo progressivamente i consumi di amalgama, che possono presentare maggiori interessi economici rispetto all'uso di questi materiali; si tratta, infatti, di finanziare il costo di milioni di otturazioni, traducibile in decine di milioni di euro di possibile risparmio.
Proprio in queste nazioni, che obbligatoriamente devono in parte lavorare in una logica di "target cost" (in altri termini attenzione, se non "ossessione", verso costi e tempi di applicazione), osserviamo tra l'altro un gran peso nelle vendite di vetroionomeri per le otturazioni. Prodotti rispetto ai quali non sono in grado di esprimere valutazioni tecnico cliniche, ma che di certo hanno costi di gran lunga inferiori al sistema "adesivo/composito".
Come assistiti, c'è da augurarsi che, in un futuro nel quale si prevede un ruolo più marcato del terzo pagante, la qualità dei materiali e i protocolli clinici per le nostre otturazioni continuino ad essere all'altezza di quanto sa esprimere da sempre l'eccellente odontoiatria italiana.
Questi il discorso completo e le informazioni di supporto forniti alla redazione del programma per il servizio televisivo sugli amalgami dentali.
A cura di: Roberto Rosso -presidente Key-Stone
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