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11 Settembre 2017

Dagli USA le soluzioni per affrontare cambiamenti e calo pazienti e cogliere opportunità. Applicabili anche in Italia?


Il rapporto annuale dell'Health Policy Institute, il centro studi dell'ADA (American Dental Association), annuncia grandi cambiamenti ai dentisti USA che oggi lamentano una stagnazione nei guadagni.

Il report, diffuso lo scorso luglio fa il punto sullo stato dell'economia dentale a stelle e strisce ed elenca le 5 tendenze, le 5 forze che determinano il cambiamento e 3 opportunità da cogliere per il futuro.

Il canale scelto per rendere capillare la distribuzione è il video su YouTube.

Le cinque tendenze:

1 L'accesso alle cure dentali è sceso drammaticamente, specie nei bambini e negli adulti a basso reddito.

2 I costi delle cure, percepiti come elevati e la perdita del "valore salute orale" tra i cittadini Americani determinano uno spostamento verso altri tipi di consumo.

3 Globale è la riduzione della spesa per le cure dentali.

4 In crescita dopo alcuni anni di recessione il mercato delle forniture dentali .

5 Queste le cause della stagnazione degli utili dei dentisti USA.

Le 5 forze che determinano la nascita di nuovi modelli per gli studi dentistici:

1 Medicaid (il programma federale USA per le cure sanitarie dei cittadini a basso reddito) ha portato a una riduzione delle tariffe e a un aumento delle prestazioni rimborsate dal terzo pagante.

2 Cambiata è la tipologia dei pazienti da curare: aumentano i bambini e gli anziani e diminuiscono gli adulti specie quelli ad alto reddito (con assicurazioni private più generose!).

3 La crescita del consumerismo tra i pazienti , ossia la tendenza ad aggregarsi in gruppi di consumatori per controllare la qualità e il prezzo delle prestazioni.

4 L'aumento del numero di dentisti che lavorano in team in strutture più grandi per diversificare l'offerta al paziente e ridurre i costi di gestione.

5 Cresce l'aggregazione tra studi che tendono ad unirsi creando ampie catene di cliniche organizzate che operano sotto lo stesso brand con più sedi sul territorio USA.

Le tre opportunità per crescere:

1) Aderire all'agenda in 6 livelli proposta dai provider delle cure dentali (Medicaid e assicurazioni private) con i quali ADA ha intrapreso un dialogo sul tema delle polizze. L'agenda proposta rispecchia il modello realizzato presso la Harvard Business School che parte dalle condizioni cliniche del paziente e creare intorno la struttura che occorre a trattarlo. Il servizio di cura si fonda sulle IPU Integrated Practice Unit, ossia un piccolo staff interdisciplinare di curanti. Ecco i 6 livelli dell' agenda:Realizzare le IPU Integrated Practice Unit; Valutare il risultato clinico raggiungibile e i costi per ogni singolo paziente; Con il calcolo attuariale approntare i piani sanitari che prevedono rimborsi a quota capitaria per i medici (in pratica un sistema mutualistico!); Le cure saranno eseguite in strutture diverse. Il servizio verrà espanso sul territorio; Il tutto potrà essere gestito in modo integrato grazie a una piattaforma informatica.

2) Iniziare a lavorare sui segmenti di mercato in espansione (bambini , anziani, assistiti Medicaid)

3) Stringere un rapporto di collaborazione con altri operatori sanitari. Ad esempio i medici di base con cui condividere la struttura.

Due evidenti similitudini con il mondo odontoiatrico del Bel Paese:

1) Per decenni i dentisti di entrambe le Nazioni hanno lavorato in forma libero professionale su pazienti che pagano di tasca propria. Il numero di questi ultimi si è drasticamente ridotto oltre Oceano. La situazione in Italia non è così eclatante ma la diffusione dei fondi sanitari integrativi (11 milioni di assistiti destinati a raddoppiare in un paio di anni) porta alle stesse conseguenze: livellamento delle tariffe e necessità di negoziare con un terzo pagante.

2) La tendenza alla aggregazione degli studi con la crescita di quelle che noi chiamiamo Catene del Dentale, che operano con più sedi su un vasto territorio.

Le proposte di ADA per superare la stagnazione degli utili, sul modello Bostoniano delle Integrated Practice Unit, è molto simile a una "mutua". Sarà interessante osservarne gli sviluppi.

Cussotto Davis

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