Mentre continua a crescere l'incidenza delle varianti Covid ei laboratori arriverà test veloce per scoprire se il positivo è stato infettato da una variante
Cresce la stima dell'incidenza delle varianti sulle infezioni nazionali di Covid. In alcune regioni avrebbe raggiunto circa il 50% (rispetto al dato rilevato dall'Iss del 18% circa di 10 giorni fa) con una prospettiva di crescita molto alta. Quella Gb, ha infatti detto il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli, è destinata a diventare dominante.
E nei laboratori nelle prossime settimane arriverà un test veloce che aiuterà a scoprire se un caso positivo al Covid è stato infettato da una delle tre principali in circolazione. Mentre gli scienziati italiani, sulla spinta del modello Gb, lavorano per mettere in rete un centro nazionale, da metà marzo un test veloce potrà essere utilizzato nei laboratori per verificare, sulle persone già individuate come positive al coronavirus, se sono state contagiate da una delle tre varianti più in circolazione: quella inglese, la brasiliana e la sudafricana, spiega Massimo Ciccozzi, l'epidemiologo molecolare dell'Università Campus Biomedico di Roma, uno degli istituti che lo riceverà.
Al momento comunque manca in Italia un sistema strutturato per andare a vedere come il virus cambia.
In GB sono state investiti 30 milioni di sterline in un consorzio finanziato dal Governo che raggruppa istituti di ricerca e università con l'incarico di mappare tutto quello che sta nascendo, “ma si sta lavorando per creare un centro anche in Italia”, riferisce il virologo Carlo Perno, direttore dell'Unità di microbiologia dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma. “Le mutazioni del coronavirus sono migliaia ma sono solo tre le varianti che contano: quella Gb, la sudafricana e la brasiliana. I virus generano varianti. L'obiettivo deve essere la riduzione delle produzioni di nuove varianti, riducendo la diffusione del virus”, ha concluso Perno.
Nelle Regioni dove si è registrato un rapido aumento dei casi come Abruzzo, Marche, Toscana e Umbria, oltre che nelle Province autonome di Trento e Bolzano, le varianti di Sars-Cov-2 sarebbero, secondo le simulazioni sull'andamento dei ricoverati, già tra il 40 e il 50% del totale dei positivi.
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