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29 Luglio 2022

L’implantologia nei pazienti diabetici

I 10 consigli per avere successo indicati dal dott. Fabio De Propris, in collaborazione con Straumann Group


Il diabete può avere ripercussioni importanti anche sulla salute del cavo orale: è necessario un inquadramento corretto dal punto di vista pre-operatorio e anche durante le fasi che caratterizzano gli interventi soprattutto in ambito implantologico. Quali sono i consigli e utili accorgimenti che l'odontoiatra dovrebbe adottare per ottenere il successo in caso di interventi di implantologia? 

Ad elencarli è il dott. Fabio De Propris sul portale realizzato da Straumann con il supporto di EDRA dedicato “All’odontoiatria del futuro”.

Questi i 10 consigli su come trattare il paziente diabetico nello studio odontoiatrico 

1) Valutare attentamente l’anamnesi: 1 paziente su 2 non sa di essere affetto da diabete. È quindi fondamentale valutare attentamente l’anamnesi e chiedere al paziente se si sottopone a screening per questa patologia.  


2) Studiare i valori della glicemia e interfacciarsi  col medico curante (MMG o Diabetologo): Per porre diagnosi di diabete, i valori di glucosio nel sangue non devono superare i 126 mg/dL a digiuno. Un altro fattore importante da valutare è l’emoglobina glicata, che fornisce indicazioni sui livelli di glucosio nel sangue negli ultimi tre mesi circa: il valore soglia è considerato il 6.5%. È importante, quindi, comunicare col medico che ha in cura il paziente, al fine di attuare la migliore strategia terapeutica.  


3) Ridurre al massimo la carica batterica: Il diabete ha influenze negative sulla guarigione delle ferite. Per questo motivo nei pazienti diabetici è indicato realizzare una rigorosa asepsi e, se necessario, instaurare anche una profilassi antibiotica sistemica.  


4) Informare adeguatamente il paziente delle possibili ripercussioni del diabete sulla salute del cavo orale:  Il paziente affetto da diabete – soprattutto se non compensato – è maggiormente soggetto allo sviluppo della malattia parodontale. È quindi necessario inserire il paziente diabetico in un programma di monitoraggio, effettuando controlli frequenti e servendosi anche di indici, quali il PSR (Periodontal Screening Recording).  


5) Programmare gli interventi nella maniera corretta: Per i pazienti diabetici sarebbe più opportuno programmare gli interventi in mattinata o al massimo nel primo pomeriggio, consigliando al paziente di fare un pasto normale anche prima dell’intervento  


6) Considerare le possibili complicanze sistemiche legate alla malattia diabetica: Il diabete, oltre ad avere influenze sulla salute del cavo orale, può provocare anche retinopatie, neuropatie, vasculopatie e nefropatie. Per questo motivo, è necessario valutare attentamente la prescrizione di eventuali farmaci o terapie (soprattutto in caso di presenza di danno renale)  


7) In caso di crisi ipoglicemica, interrompere l’intervento e seguire la cosiddetta “regola del 15”:Questa regola prevede che l’ipoglicemia vada corretta facendo assumere al paziente 15g di carboidrati “semplici” (3 cucchiaini/bustine/zollette di zucchero in grani o sciolto in acqua o un cucchiaio da tavola di miele o 125 ml di una bibita zuccherata o di un succo di frutta).  Dopo 15 minuti, è necessario rivalutare la glicemia e ripetere l’assunzione precedente fino a che la glicemia non risulti superiore a 100 mg/dL  


8) Invitare il paziente a non sospendere mai la terapia per il diabete: Ciò vale sia nel caso in cui la patologia diabetica sia controllata oppure no. È importante spiegare al paziente che sospendere autonomamente la terapia per questa patologia potrebbe avere delle conseguenze (anche gravi) sulla sua salute 


9) Ridurre al massimo lo stress per il paziente: È utile quindi programmare appuntamenti brevi (meno di 3 ore) e valutare anche protocolli di sedazione (per os oppure tramite l’utilizzo di protossido di azoto), per ridurre il rilascio di catecolamine endogene  


10) Minimizzare il trauma chirurgico Considerato l’aumentato rischio infettivo per i pazienti diabetici, minimizzare il trauma chirurgico può essere una buona strategia per ridurre l’insorgenza di complicanze post-chirurgiche. È utile quindi valutare interventi in chirurgia guidata anziché utilizzare tecniche chirurgiche classiche a lembo aperto

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