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24 Novembre 2022

Ingegneria tissutale nella rigenerazione ossea: queste le novità

Determinante la collaborazione odontoiatra ed igienista dentale. Intervista a Gianluigi Caccianiga (Università Milano-Bicocca). Sabato 26 novembre a Monza un Convegno sul tema

Valentina Viganò

La malattia parodontale colpisce sia i tessuti molli sia i tessuti duri del dente e rappresenta tutt’oggi una sfida per il mondo odontoiatrico, anche se sono stati fatti grandissimi passi avanti per arginare e portare a risoluzione questa patologia.
Questi argomenti argomenti proprio il prossimo 26 Novembre in occasione di un Convegno dal titoloIngegneria tissutale in rigenerazione ossea” organizzato a Monza dalla Clinica Odontoiatrica dell’Università di Milano-Bicocca, diretta dal Professor Marco Baldoni e dove professori di fama internazionale illustreranno le più recenti scoperte in ambito dell’ingegneria tissutale nella rigenerazione ossea. G

razie agli studi scientifici portati avanti negli ultimi vent’anni dal team del prof. Baldoni, che ha messo a punto l’utilizzo delle cellule staminali nella rigenerazione parodontale e ossea, si sono potuti osservare dei notevoli progressi in tale ambito.

Queste innovazioni hanno permesso grazie al lavoro congiunto di odontoiatri ed igienisti “di ottenere recuperi di difetti parodontali e ossei, che un tempo venivano considerati senza speranza”, come afferma il dottor Gianluigi Caccianiga (nella foto), ricercatore e professore dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca.

La collaborazione tra odontoiatri ed igienisti è di fondamentale importanza per ottenere un successo clinico a lungo termine, inoltre negli anni si sono aggiunte diverse modalità terapeutiche come materiali rigenerativi di tipo autologo, prodotti di derivazione sanguigna e i fattori di crescita, materiali di origine animale e quelli di provenienza artificiale come i materiali alloplastici. Con queste nuove tecniche si ha “l’obiettivo di stimolare l’organismo a effettuare quello che è il principio di sostituzione del biomateriale con tessuto vivente, che sostanzialmente recupera la perdita di sostanza dovuta alle malattie”, afferma il Dottor Caccianiga.
Un altro strumento che ha apportato un’importanza determinante nella risoluzione della malattia parodontale è il protocollo laser, ideato dal Dottor Gérard Rey nel 1994, che lo ha definito “Terapia fotodinamica senza colorante” o “Dye free Photodynamic Therapy”. Le ricerche congiunte compiute dall’Università di Milano-Bicocca e quella di Parigi Diderot, come ricorda il dottor Caccianiga (Co-Direttore del Diploma Europeo in Odontoiatria Laser-assistita delle Università di Montpellier e di Parigi) “hanno dimostrato che il protocollo laser/acqua ossigenata e derivati ha capacità decontaminanti uniche, attivo su tutte le specie patogene parodontali dei complessi rosso ed arancione di Socransky, che si sono dimostrati essere alla base degli insuccessi delle terapie parodontali convenzionali chirurgiche e non in pazienti refrattari”.

Un’altra conquista importante è rappresentata dall’effetto di foto-bio-modulazione che l’utilizzo del laser apporta, permettendo così il recupero di tessuto osseo o parodontale perso attraverso la stimolazione delle cellule staminali progenitrici che proliferano e si differenziano in cellule specifiche del tessuto osseo o dei tessuti parodontali. L’avvento di queste nuove tecnologie ha permesso nei tempi recenti di poter adottare approcci clinici sempre meno invasivi nei confronti del paziente, ricorrendo sempre meno all’intervento chirurgico e qualora fosse necessario, esso è improntato ad essere minimamente invasivo, grazie agli effetti decontaminanti e foto-bio-modulatori del laser, ma anche grazie all’utilizzo di riempitivi come materiali di derivazione autologa, derivati sanguigni e biomateriali alloplastici.

Come ricorda il dottor Caccianiga ,infatti, “la biostimolazione laser-assistita favorisce la facile 'digeribilità' da parte dell’organismo di questi biomateriali, con la possibilità di ottenere una rigenerazione parodontale ed ossea che permette da un lato di recuperare denti spesso considerati “hopeless”, dall’altro di ottenere rigenerazione di volumi ossei importanti con tecniche semplici e riproducibili”.

È importante infine sottolineare quanto sia essenziale il lavoro di squadra tra odontoiatri e igienisti, in quanto solo attraverso l’adesione a protocolli di igiene domiciliare mirata e a sedute frequenti di igiene orale professionale nello studio dentistico, si possono mantenere i risultati ottenuti in modo inalterato nel tempo e si può instaurare uno stato di benessere orale generale.  

Il Convegno del 26 novembre è aperto alla partecipazione di odontoiatri, igienisti dentali e studenti dei corsi di laurea in odontoiatria e igiene dentale. L’evento è stato accreditato Ecm (4 crediti). L’iscrizione è gratuita e obbligatoria tramite e-mail all’indirizzo: gianluigi.caccianiga@unimib.it  

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