Nei giorni scorsi ha suscitato molto interesse tra i nostri lettori, e non solo, la notizia dada da Odontoaitria33 dell'interrogazione parlamentare che vede come prima firmataria l'On, Giulia Di Vita del Movimento 5 Stelle sulle problematiche legate alla disfunzione dell'ATM.
Tra le critiche postate dai nostri lettori non sono mancate quelle prettamente cliniche.
Per capire cosa dica la comunità scientifica abbiamo chiesto ad uno dei massimi esperti sul tema di ATM, il prof. Carlo Di Paolo, un commento che proponiamo integralmente
Accolgo con piacere la possibilità di commentare l'interrogazione parlamentare verso il Ministro della Salute, presentata, lunedì 23 marzo 2015, a nome del Movimento 5 Stelle dall'Onorevole dott.ssa Giulia Di Vita, laureata in ingegneria gestionale, riguardante un tema del quale mi occupo da circa trent'anni come "la disfunzione dell'ATM" (DTM).
Innanzitutto, credo che l'iniziativa dell'Onorevole sia positiva in quanto, forse per la prima volta, sono poste all'attenzione della classe politica un gruppo di malattie molto diffuse nella popolazione e particolarmente invalidanti per chi ne soffre.
Nelle premesse che l'Onorevole sviluppa a sostegno della sua interrogazione, compie alcune affermazioni che meritano qualche precisazione da parte di chi, come me, è ritenuto un esperto del settore.
Nella comunità accademico-scientifica i disordini temporo-mandibolari (questa è la dizione esatta) sono studiati da molto tempo sia a livello nazionale sia internazionale come rappresentato dall'alacre attività di diverse Società Scientifiche che, anche quest'anno, si riuniranno per approfondire tali argomenti come ad esempio la SIDA (Società Italiana Disfunzioni e Algie temporomandibolari) a maggio a Padova, la EACD (European Academy of Cranio Mandibular Disorders) ad Amsterdam a settembre, AIG (Associazione Italiana di Gnatologia) a Torino a ottobre e sempre in ottobre a Milano nell'ultima settimana dell'EXPO la SIDO (Società Italiana Di Ortodonzia).
Non corrisponde al vero l'affermazione relativa alla attuale carenza di protocolli diagnostici e terapeutici specifici. Per definire in modo appropriato e scientificamente valido questi quadri clinici, che come anche l'Onorevole sottolinea, si manifestano spesso in modo subdolo e sfumato con sintomatologia di confine tra differenti discipline mediche e odontoiatriche, la comunità scientifica si è data dei criteri molto precisi e stringenti già editi dal 1992 che sono stati aggiornati nel 2014 con pubblicazione sul Journal of Orofacial Pain denominati Diagnostic Criteria for TemporoMandibular Disorders (DC/TMD).
La terapia, risentendo dell'attuale poca evidenza sulle cause eziologiche di tali malattie, deve basarsi su principi di appropriatezza e prudenza medica come perfettamente stabilito in tutti gli Statement nazionali ed internazionali anche citati nella sua stessa interrogazione (l'Announcement of New Science Information Statement on TMDS, approvato nel marzo del 2010 dall'American Association for Dental Research (AADR), dal titolo «Management of Patients with TMDs: A New «Standard of Care», European Academy of Craniomandibular Disorders con le sue «Recommendations for examinations, diagnosis, management of patients with temporomandibular disorders ad orofacial pain by the general dental practitioner», le Raccomandazioni Cliniche in Odontostomatologia del Ministero della Salute edite nel 2014).
Tale atteggiamento terapeutico, al contrario di quanto l'onorevole Di Vita ha sottolineato, non è né confuso né tanto meno poco efficace, anzi se eseguito in modo corretto è in grado di determinare risultati significativi e stabili nella grande maggioranza dei pazienti. Presso il Servizio di Gnatologia Clinica del DAI Testa-Collo del Policlinico Umberto I della Sapienza Università di Roma, di cui sono responsabile, da oltre 25 anni, vengono studiati e trattati, in modo interdisciplinare, pazienti affetti da DTM (oltre 15.000 pazienti registrati) con ottimi risultati usando terapie occlusali, "bite" compresi, secondo protocolli terapeutici basati sull'evidenza clinica che sono ben lungi dalla "sperimentazione" a cui l'Onorevole fa riferimento.
Per diffondere tali protocolli sulle Patologie dell'ATM presso il Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche della Sapienza, così come in altre università italiane, si svolge un Master Universitario Interdisciplinare aperto a più figure sanitarie (odontoiatri, ortodontisti, medici, chirurghi maxillo-facciali, fisioterapisti, osteopati, igienisti) che festeggia quest'anno la sua 15° edizione. A proposito di formazione è inoltre importante rilevare che tra le discipline insegnate nel Corso di Laurea Magistrale di Odontoiatria e Protesi Dentaria è presente la Gnatologia Clinica tra i cui obiettivi ha proprio lo scopo di educare i futuri dentisti ad affrontare, secondo principi scientificamente validati, questi quadri patologici. Questo è il motivo per cui le uniche figure professionali che per legge sono deputate alla diagnosi e alla cura delle disfunzioni cranio-mandibolari sono i laureati in Odontoiatria e i medici Specialisti iscritti all'Albo degli odontoiatri, i quali si dovranno coordinare in equipe ben calibrate con altri specialisti (fisiatri, fisioterapisti, radiologi, chirurghi maxilo-facciali, otorini, neurologi, psicologi ed altri) per cercare di risolvere le numerose sfaccettature patologiche presenti nei DTM.
Ricordo inoltre che i ricercatori italiani, sia docenti universitari sia liberi professionisti, sono ottimamente rappresentati nel ranking scientifico internazionale.
Pertanto alcune affermazioni riguardo alla completa confusione sull'argomento non corrispondono al vero, è invece sicuramente vero che tali patologie sono in continuo sviluppo, oltre il 10% della popolazione adulta richiede cure per dolori all'ATM con un netto aumento nell'età degli over 50 (uomini e donne), che tali pazienti sono tra i più sofferenti tra quelli affetti da dolori muscolo scheletrici cronici (molto più di chi è affetto da dolori lombari o da cefalea) con risvolti negativi anche livello socio-economico, che esiste ancora poca chiarezza sia nei cittadini sia in molte figure sanitarie, sui percorsi clinico-terapeutici più idonei che ogni singolo paziente deve intraprendere per curare la sua malattia e soprattutto è ancora molto, troppo scarsa l'attenzione delle Istituzioni politiche verso queste problematiche.
A tale proposito trovo quindi valida, seppur con le dovute precisazioni, la proposta dell'Onorevole Di Vita di attenzionare il Ministro della Salute verso le patologie dell'ATM, e, nei tempi e nei modi che le Istituzioni Politiche, Accademiche e Scientifiche riterranno opportuni, metto a disposizione l'esperienza clinica e di ricerca maturata in tutti questi anni di studio, a favore di tutte le iniziative atte ad approfondire e migliorare le conoscenze interdisciplinari su tali quadri patologici al fine di garantire all'utenza percorsi diagnostici e di cura sempre più validi e aggiornati da diffondere a tutti i livelli e con tutti i mezzi.
Prof. Carlo Di Paolo: Professore Associato Presidente del CdS Tecniche Assistenziali, Direttore Master Patologie ATM, Responsabile Insegnamento e Servizio di Gnatologia Clinica Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche e Maxillo Facciali
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