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14 Ottobre 2008

Rx endorale e diagnosi di osteoporosi

di Cosma Capobianco


L’osteoporosi è uno dei principali problemi sanitari che devono affrontare le società che si definiscono “avanzate” in termini socio-economici e lo sono anche in termini demografici. I costi dei trattamenti farmacologici attualmente disponibili, delle fratture patologiche e dei loro postumi invalidanti sono tali che ogni ministro della sanità vorrebbe avere a disposizione un test rapido ed economico per individuare le persone a rischio (per avere solo un’idea, nel Regno Unito la stima dei soli costi sanitari di una frattura dell’anca e dei suoi postumi è di 20.000 sterline).
Purtroppo, ancora oggi mancano validi sistemi che permettano lo screening di massa e anche per questo è nato il progetto Osteodent.
Istituito nel 2003 grazie a finanziamenti elargiti dalla Commissione europea nell’ambito del programma “Qualità della vita e gestione delle risorse viventi”, Osteodent è il frutto di una collaborazione triennale di quattro università (Atene, Leuven, Malmø, e Manchester) che ha studiato l’affidabilità delle rx endorali come indicatori di rischio dell’osteoporosi. Ora questa piccola multinazionale di ricercatori ha pubblicato i suoi risultati nell’ultimo numero della rivista Oral Surgery, Oral Medicine, Oral Pathology, Oral Radiology and Endodontology edita da Elsevier (Lindh C. et al. The use of visual assessment of dental radiographs for identifying women at risk of having osteoporosis: the Osteodent project 2008;106: 285-293) dopo avere già pubblicato nel 2007 i risultati di un analogo studio riguardante la radiografia panoramica (Diagnosing osteoporosis by using dental panoramic radiographs: The Osteodent Project. Oral Surgery, Oral Medicine, Oral Pathology, Oral Radiology and Endodontology. 2007:104, 821-828).
I motivi che hanno portato alla nascita di Osteodent sono molteplici. Il primo è che le ossa mascellari non sono esenti dalla perdita di massa minerale dovuta all’età; inoltre, esiste una correlazione tra la loro densità minerale e quella delle ossa degli arti e della colonna. La perdita di massa minerale si manifesta anche con una riduzione delle trabecole e alterazioni microstrutturali che possono essere valutate nelle ossa mascellari osservando la rete trabecolare in una normale rx endorale.
Questa opzione è particolarmente significativa e clinicamente importante, perché è stata dimostrata la stretta correlazione tra spessore della rete trabecolare nelle rx endorali dei premolari inferiori e la stima della massa minerale mediante tomografia computerizzata; già una ricerca pubblicata nel 2001 aveva segnalato la correlazione tra riduzione della trabecolatura mandibolare e rischio di frattura dell’anca da osteoporosi.
Se si pensa alle enormi differenze in fatto di semplicità e costi di esecuzione (economici e biologici) tra rx endorali e Tc e ai milioni di persone che soffrono di osteoporosi, è subito chiara l’importanza del progetto Osteodent. Tutte le 600 donne incluse nella ricerca avevano un’età tra 45 e 70 anni (età media 54 ,8); in 127 di loro era stata diagnosticata l’osteoporosi. Il protocollo prevedeva esami strumentali (tra cui Dxa del femore e della colonna lombare) e rx endorali oltre alla compilazione di un questionario per classificare i soggetti in base ai criteri dell’Oms per la diagnosi dell’osteoporosi.
Le rx endorali sono state scattate con l’aiuto di un centratore; nell’arcata superiore, la pellicola veniva disposta con l’asse maggiore parallelo al piano occlusale mentre nell’arcata inferiore l’asse maggiore era perpendicolare.
I parametri per l’esecuzione delle rx erano i seguenti: voltaggio 60 kVolt, tempo compreso tra 01,6 e 0,40 secondi, sviluppo automatico. 
Per calcolare la ripetibilità delle valutazioni del singolo osservatore, ognuno di loro ha valutato per due volte il 10 per cento delle rx e la ripetibilità intraesaminatore è risultata buona.
L’importanza del metodo descritto in questa ricerca sta nel suo potenziale valore di indicatore del rischio di riduzione della massa minerale ossea che, cosa ancora più importante, va di pari passo col rischio di fratture patologiche. L'esame della trabecolatura è importante perché si è visto che il rimodellamento è maggiore rispetto all’osso compatto e, oltre alla massa minerale, anche l’architettura del tessuto influisce sulle proprietà meccaniche, nonostante la definizione di osteoporosi si basi solo sulla densità minerale.
Il semplice metodo usato in questa ricerca non pretende di avere valore diagnostico, ma di essere uno strumento per misurare il rischio di scarsa densità ossea. In base ai risultati, si è dimostrato molto specifico, cioè con pochi falsi positivi, il che è essenziale negli esami di screening su larga scala per evitare di intasare inutilmente i servizi diagnostici di primo e secondo livello.
Come tutte le cose, anche questo metodo può essere migliorato: per esempio, inserendo la valutazione dello spessore trabecolare e la presenza di piccole interruzioni, come suggerito da alcuni autori, possono facilmente riconoscersi confrontando le rx di date diverse grazie all’omogeneità dei fattori di esposizione e al centratore.
Tra gli obiettivi delle prossime ricerche c’è quello di elaborare un algoritmo di facile impiego clinico per combinare i dati radiologici con quelli clinici migliorando così sensibilità e specificità del metodo. Considerando il numero di potenziali soggetti osteoporotici che frequentano gli studi dentistici, si comprende subito come gli odontoiatri potrebbero svolgere un ruolo di primo piano nella prevenzione di questa importante patologia.

GdO 2008; 12

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