La principale considerazione diagnostica nella selezione del paziente candidato all’implantologia riguarda la quantità di osso alveolare residuo presente a livello dei siti da riabilitare. Il riscontro di creste alveolari atrofiche o di difetti ossei è frequente quale esito di estrazione, perdita traumatica degli elementi dentari, fratture dentali corono-radicolari, parodontopatia, azione di protesi incongrue, difetti congeniti. Diverse tecniche chirurgiche sono state proposte in Letteratura per ricostruire una cresta che presenti dimensioni insufficienti al corretto posizionamento degli impianti dentali o per promuovere la formazione ossea nei difetti residui all’inserimento degli impianti, tuttavia sulla base dei dati disponibili non sembra possibile accertare la superiorità di una particolare procedura per quel che riguarda la predicibilità dell’incremento osseo desiderato e il tasso di sopravvivenza o successo degli impianti. Ognuna presenterebbe, infatti, vantaggi e svantaggi che devono essere attentamente valutati nella fase di programmazione del trattamento.
La tecnica chirurgica proposta in questo lavoro prevede l’inserimento protesicamente guidato degli impianti in creste alveolari parzialmente atrofiche e contestualmente la correzione dei minus ossei residui verticali e/o orizzontali con un innesto di osso particolato stabilizzato con una griglia in titanio. Il rientro chirurgico per il posizionamento delle viti di guarigione e l’applicazione della protesi provvisoria viene realizzato dopo due mesi di guarigione per favorire la guarigione ossea secondo l’azione delle forze di carico, ed evitare il riassorbimento dell’osso innestato.
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