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21 Novembre 2016

Le determinanti cromatiche nelle ricostruzioni in composito anteriori : suggerimenti e procedure operative

di Stefano Daniele


La ricostruzione dei denti frontali in resina composita può risultare molto impegnativa per l'odontoiatra e tale aspetto non è tanto legato alla tecnica di esecuzione ma piuttosto alle alte aspettative estetiche dei pazienti ed a caratteristiche intrinseche al materiale - la resina composita - che presenta proprietà ottiche diverse rispetto ai tessuti dentali e quindi di non facile integrazione con questi ultimi. Le resine composite sono materiali tendenzialmente di natura plastica ove ritroviamo una matrice resinosa metacrilica ed un riempitivo inorganico ( filler vol % ) presente in diversa percentuale e natura. In linea generale è possibile dire che le resine composite sono dei materiali -dal punto di vista ottico - tendenzialmente translucenti, vale a dire che si prestano a farsi attraversare dalla luce in maniera parziale mentre per sua natura l'elemento dentale nel suo complesso ha un comportamento tendenzialmente opaco, ovvero poco o per nulla abile a farsi attraversare dalla luce che, al contrario, viene assorbita o riflessa. Per cercare un razionale operativo nella scelta delle resine composite per il restauro del dente anteriore occorre prendere in considerazione alcuni concetti propedeutici di seguito spiegati:

Colore del tessuto dentinale : parlare di colore di un dente significa far riferimento alle caratteristiche cromatiche della dentina ovvero al "core" del dente. I colori di tale tessuto sono abbastanza limitati e spaziano dal marroncino al giallo. Il colore della dentina è omogeneo ed in assenza di area di sclerosi è uniforme in tutta la sua superficie ed in qualsiasi proiezione ( vestibolare , prossimale , palatale ). La dentina per la sua istologia - vale a dire la presenza di una consistente componente organica rappresentata principalmente da fibre di collagene - appare opaca e quindi non si lascia attraversare da un fascio di luce incidente.

  • Elemento dentale integro

  • Elemento dentale dopo rimozione del guscio di smalto mediante immersione in acido forte per 30 minuti. La dissoluzione dello smalto evidenzia il “core “ dentinale che appare di un’unica tinta ( colore ) cromatica

 

Saturazione del tessuto dentinale: un colore può risultare più o meno saturo e ciò significa che una dentina di colore giallo può essere molto carica o satura per quel colore ( giallo intenso ) oppure poco satura e apparirà più tenue e stemperata nel suo colore che comunque rimane il giallo. Il grado di saturazione di una dentina rappresenta quindi il quantitativo di colore presente e in grado di influenzare la percezione di intensità del colore stesso. Lo stesso principio si applica per le dentine tendenti al marroncino.

  • Elemento dentale nella sua versione originale

  • Elemento dentale con saturazione aumentata del colore ( figg 4-5 ). Il colore del dente rimane sempre lo stesso ( giallo ) ma aumenta decisamente da il grado di saturazione da figg.3 a 5

 

Valore o luminosità dello smalto : Lo smalto è un tessuto ad alta componente minerale che riveste il "core" dentinale che come abbiamo visto può avere un ben preciso colore ( giallo-marroncino ) ed un variabile grado di saturazione per quel colore. Lo smalto si comporta come un guscio che avvolge la dentina e modifica le sue proprietà cromatiche in relazione alla propria natura ed allo spessore nelle diverse aree del dente. Anche nello smalto dentale ritroviamo delle variabilità e principalmente riconosciamo uno smalto definito translucente caratterizzato dal fatto che si fa parzialmente attraversare dalla luce ed è quindi possibile percepire il colore del sottostante tessuto dentinale che riveste. E' posssibile individuare anche uno smalto opalescente, quindi tendenzialmente opaco, che non si lascia attraversare dalla luce e che copre completamente o quasi il colore del tessuto dentinale sottostante. Lo smalto opalescente è tendente al bianco ed ha effetto coprente mentre lo smalto translucente è tendente al grigio e non ha un deciso effetto coprente rispetto al tessuto sottostante.

Questi due aspetti ottici, ovvero la translucenza e l'opalescenza, identificano un parametro cromatico chiamato valore che rappresenta il quantitativo di bianco o di grigio presente nello smalto e che, come già detto, influenza la percezione delle caratteristiche cromatiche della dentina sottostante. Il valore influenza, in funzione del quantitativo di bianco o di grigio che viene attribuito al dente, anche il grado di luminosità del dente. Uno smalto opalescente, e quindi tendente al bianco, conferirà al dente un aspetto molto luminoso ( bianco appunto ) sia per le sua proprietà ottiche intrinseche sia perchè in grado di neutralizzare completamente l'opacità della dentina sottostante avendo un effetto coprente. Uno smalto translucente, per contro, è presente in denti poco luminosi perchè si lascia attraversare dalla luce stessa senza rifletterla e perchè permette alla sottostante dentina ( opaca per definizione ) di apparire in una certa misura. In natura non esistono smalti dentali trasparenti ma le caratteristiche cromatiche dello smalto ( valore ) sono determinate geneticamente e possono estendersi in una scala graduata che va dallo smalto molto translucente - ma non trasparente - ad uno molto opalescente. Non esistono quindi uno o due variabili di smalto dentale nel genere umano ma una moltitudine di variabili identificabili su una scala che va dalla massima translucenza ( o minima opalescenza ) alla massima opalescenza ( o minima translucenza ). Parametro molto importante da considerare, oltre le caratteristiche cromatiche di translucenza ed opalescenza è relativo allo spessore dello smalto in quanto il valore di tale tessuto ( translucenza versus opalescenza ) dipende, oltre che dalle caratteristiche intrinseche del tessuto stesso, anche dallo spessore dello stesso nelle diverse aree topografiche del dente.

Uno smalto opalescente ( tendenzialmente bianco ) in spessori sottili tende a divenire translucente e quindi abile a far percepire il colore e la saturazione della dentina sottostante così come uno smalto translucente in elevati spessori si discosta dalla sua translucenza e sale nella scala dei grigi in direzione del bianco senza comunque ( per caratteristiche proprie di composizione ) riuscire ad avvicinare la tonalità biancastra e quindi conferendo al dente un aspetto tendenzialmente grigio. L'esempio classico è quello dei denti degli anziani che appaiono tendenti al giallo o al marroncino e ciò è dovuto al fatto che lo smalto si è assottigliato con l'età e quindi, anche se in giovane età il soggetto presentava denti molto bianchi per uno smalto bianco opalescente, tale riduzione di spessore gli ha conferito caratteristiche di translucenza in grado di far percepire il colore e la saturazione della dentina sottostante.

  • Elemento dentale nella sua versione originale

  • Elemento dentale con valore aumentato ( figg 7-8 ). La luminosità del dente aumenta in maniera decisa da figg.6 a 8

 

Proprietà cromatiche delle resine composite dentali

Le resine composite impiegate in odontoiatria sono, come già detto, dei materiali tendenzialmente translucenti anche se gli sforzi fatti dalle case produttrici negli ultimi anni hanno permesso la realizzazione di resine composite che si avvicinano molto alle caratteristiche cromatiche dei tessuti dentali. Ritroviamo, di conseguenza, resine composite che sono in grado di simulare la dentina nelle fasi di ricostruzione e per questo sono colorate di giallo / marroncino con diversi gradi di saturazione del colore generalmente indicati con un numero che cresce al crescere della saturazione del colore stesso ( ex 1 indica una massa poco satura, 5 una massa molto satura per quel colore ). Ovviamente le resine composite impiegate per simulare la dentina dovranno essere opache e quindi formulate per non farsi attraversare dalla luce come appunto la dentina in natura.

Le case produttrici forniscono anche masse di resina composita abili a simulare il guscio di smalto e quindi si hanno a disposizione resine composite tendenzialmente traslucenti e resine composite opalescenti vale a dire tendenti al bianco. Le formule più complete di resine composite per restauri anteriori forniscono "masse smalto" con una diversificazione del parametro valore in considerazione di quanto detto prima relativamente al fatto che lo smalto dentale di un soggetto rientra in una scala graduata che va dalla massima translucenza alla massima opalescenza. La nomenclatura anche in questo caso prevede una sigla che ne indica la translucenza piuttosto che l'opalescenza ( ex T che sta per translucente oppure O / W che sta per opalescente o white ed un numero che indica il crescere del valore e quindi dell'opalescenza; ex da 1 a 3 aumenta il valore e la tendenza al bianco ). Le caratteristiche cromatiche delle resine composite sono in maniera importante influenzate dallo spessore dell'incremento e questo aspetto complica molto l'esecuzione del restauro anteriore nonchè essere una delle principali cause di insuccesso estetico di questo intervento. Una resina composita "dentinale " in spessore notevole aumenta molto la sua saturazione così come una riduzione di spessore abbassa drasticamente la saturazione. Una resina composita "smalto opalescente" in spessore ridotti diventa translucente così come l'eccesso di una massa translucente non permette di ottenere un restauro più luminoso ma bensì un restauro con un valore spiccatamente grigio.

La conoscenza delle proprietà ottiche dei tessuti dentali e delle resine composite da ricostruzione sono elementi importanti da conoscere per il restauro anteriore ma la variabilità legata agli spessori in fase di stratificazione appare un aspetto difficile da riprodurre anche nelle mani più esperte ed espone frequentemente all'insuccesso.

Suggerimenti e procedure operative

La prima fase da prendere in considerazione è stabilire il colore del dente che, come detto, è il colore del tessuto dentinale e di conseguenza anche la sua saturazione di colore. E' consigliabile scegliere alcune masse di composito che simulano la dentina ( o campioncini colore realizzati con lo stesso composito ) e cercare la corrispondenza nella zona topografica del dente che subisce minor influenza / modificazione da parte del guscio dello smalto, ovvero la porzione cervicale vicino al colletto. Una volta stabilito il colore e il croma della dentina - e di conseguenza scelta la massa di composito da impiegare per ricostruire il core dentinale del restauro - si passa alla valutazione dello smalto.

Con la stessa procedura che vede l'impiego di masse di composito che simulano lo smalto ( o campioncini colore realizzati con lo stesso composito ) si cerca di interpretare il tipo di smalto presente. Uno smalto che lascia percepire nella zona incisale il fondo nero della bocca e nella parte del terzo medio il colore della dentina sottostante sarà sicuramente uno smalto di natura translucente e di conseguenza la scelta ricadrà su una massa di composito smalto con proprietà di translucenza. Uno smalto invece che appare biancastro nella zona incisale e nel terzo medio con proprietà coprenti nei confronti della dentina sottostante sarà sicuramente di natura opalescente e di conseguenza con tali caratteristiche cromatiche dovrà essere la massa di resina composito impiegata per riprodurre tale smalto. Il parametro spessore dei diversi incrementi ( sia di masse composito dentina sia di masse composito smalto ) è difficilmente predicibile come già detto e molto legato all'esperienza ed all'attitudine individuale dell'operatore. Un altro aspetto molto importante da considerare nella valutazione cromatica precedente la ricostruzione è quello della disidratazione dello smalto che altera in maniera importante il parametro valore.

Lo smalto a contatto con l'aria ambientale tende a disidratarsi molto velocemente ( si parla di minuti ) per perdita d' acqua dalla zona inter prismatica e quindi bisogna tenere sotto controllo questo parametro mediante una valutazione cromatica ( secondo i semplici principi prima descritti ) veloce e sempre da eseguire prima di posizionare la diga di gomma. In alcune situazioni cliniche come ad esempio i restauri di quarta classe, la ricostruzione dei margini incisali, la chiusura dei diastemi è possibile simulare ( senza praticare le procedure adesive ai tessuti dentali ) una o più ricostruzioni con le masse di resina composita scelte. Questa procedura occupa del tempo all'operatore ma gli permette di avere una percezione molto precisa sulle masse di resina composita da impiegare e acquisire manualità e percezione riguardo gli spessori da impiegare per ogni massa e di conseguenza è del tempo ben "speso" nell'ottica di un restauro anteriore perfettamente integrato con i tessuti dentali adiacenti.

  • Valutazione precedente alla ricostruzione delle caratteristiche cromatiche del dente e confronto con le masse di resina composita a disposizione

  • Si mette in risalto a ricostruzione ultimata ( 7 giorni dopo l’esecuzione per permettere l’ idratazione dello smalto ) la riproduzione della translucenza incisale e la scelta di conseguenza di una massa di resina composito “smalto” a carattere translucente

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