Il trattamento delle lesioni cariose è parte dell'attività quotidiana della maggior parte dei dentisti. Ci sono però ampie variazioni, sia riguardo ai criteri diagnostici che alle tecniche di trattamento, che possono andare da una completa asportazione del tessuto a diversi approcci meno invasivi, a seconda della scelta dell'odontoiatra. Su Jada, il giornale della American Dental Association, è comparsa un'analisi volta a differenziare le scelte cliniche in base alla tipologia di professionisti: dentisti generici, dentisti pediatrici ed endodontisti.
"Lo scorso anno - scrivono i ricercatori americani - un gruppo internazionale di esperti aveva pubblicato delle raccomandazioni che, oltre a proporsi di unificare le terminologie adottate su questo tema, avevano cercato di offrire dei criteri per orientare in maniera ottimale le scelte cliniche; tuttavia, per facilitare l'implementazione di linee guida basate sulle evidenze scientifiche, dobbiamo prima capire come operano effettivamente i dentisti nella loro pratica abituale e, sulla base di questo, determinare quali cambiamenti sono necessari".
Il numero di studi su questo tema è limitato e gli autori hanno dunque condotto, attraverso Internet, un sondaggio tra gli odontoiatri statunitensi, a cui hanno risposto 175 dentisti generici, 511 dentisti pediatrici e 377 specialisti in endodonzia.
Ne è risultato che la maggior parte degli endodontisti (68%) e quasi la metà dei dentisti generici (47%) effettua generalmente una rimozione completa della carie nel timore che minacci la vitalità della polpa. Al contrario, il 74% dei dentisti pediatrici si è detto in disaccordo con questo approccio e il 31% di loro effettua abitualmente una rimozione parziale, contro appena il 12% dei dentisti generici e il 4% degli endodontisti.
Alla domanda se, nelle lesioni cariose profonde, il tessuto dentale vicino alla polpa debba essere preservato per evitarne l'esposizione, il 45% dei dentisti generici e il 65% dei dentisti pediatrici si sono detti d'accordo o fortemente d'accordo, mentre il 66% degli endodontisti intervistati è contrario.
La valutazione del grado di durezza della dentina è stato il criterio diagnostico più importante, adottato dal 90% dei dentisti generici, dal 72% dei dentisti pediatrici e dall'88% degli endodontisti, mentre altri testi diagnostici, come quello della sensibilità al freddo, è stato utilizzato rispettivamente dal 30%, 17% e 90%. Una percentuale piuttosto elevata (dal 30% al 40% di chi ha risposto il sondaggio, indipendentemente dalla tipologia professionale) ha dichiarato di ritenere sempre opportuno il trattamento endodontico delle lesioni cariose profonde nei pazienti in età pediatrica, anche in assenza di sintomi.
Un altro dato che fa riflettere è relativo all'utilizzo della diga di gomma, strumento semplice e non nuovo, che è ritenuto essenziale ogni volta che il dentista si accinge a fare un'otturazione o una devitalizzazione e viene raccomandato da tutte le linee guida. Se quasi tutti gli endodontisti (98%) e gran parte dei dentisti pediatrici (88%) ha affermato di farne un uso standard, vi ricorre meno di un dentista generico statunitense su tre (31%).
Volendo trovare una sintesi dei numerosi e diversificati dati prodotti dallo studio, ciò che emerge con maggior forza è la ancora scarsa diffusione dei metodi meno invasivi, con una situazione un po' migliore dei dentisti pediatrici ma, sorprendentemente, non degli specialisti in endodonzia. "Sulla base di questi risultati - affermano gli autori - raccomandiamo di produrre uno sforzo in ambito formativo per enfatizzare opzioni di trattamento più conservative che, benché raccomandate, non sono sufficientemente adottate dai dentisti statunitensi".
Adelmo Calatroni
Per approfondire:
Koopaeei MM, Inglehart MR, McDonald N, Fontana M. General dentists', pediatric dentists', and endodontists' diagnostic assessment and treatment strategies for deep carious lesions: A comparative analysis. J Am Dent Assoc. 2017 Feb;148(2):64-74.
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