Sostituire le otturazioni in amalgama molto vecchie ma ancora integre con materiali compositi è inutile: lo afferma un gruppo di ricercatori canadesi dopo avere accertato che, a distanza di parecchi anni dalla realizzazione, il mercurio è presente nel cavo orale in una forma innocua e non biodisponibile, che non può cioè essere metabolizzata dall’organismo. La notizia fornisce sicuramente un aiuto nel prendere decisioni di fronte per esempio a eventuali richieste dei pazienti ma, come affermano gli stessi ricercatori, lascia aperto un quesito preoccupante: dove è finita la maggior parte del mercurio, presente nella composizione dell’amalgama al momento della realizzazione?
“A questa domanda purtroppo il nostro studio non può fornire risposta: al momento possiamo solo affermare con certezza che un’otturazione in amalgama appena realizzata e una rimasta nel cavo orale del paziente per circa 20 anni differiscono sostanzialmente tra loro perché il mercurio cambia forma chimica nel corso degli anni” spiega Graham George, ricercatore presso il dipartimento di scienze geologiche della University of Saskatchewan di Saskatoon, in Canada. Proprio il dipartimento di scienze geologiche, in collaborazione con il College of Dentistry della medesima università, ha confrontato due otturazioni di diversa “età” utilizzando la spettroscopia di assorbimento dei raggi X, tecnica che ha consentito di analizzare la struttura chimica del mercurio presente sull’una e sull’altra.
“Il mercurio presente nell’otturazione ventennale è stato identificato come metacinnabarite, o beta-solfuro di mercurio: si tratta di una forma non biodisponibile del metallo che dunque difficilmente può comportare un rischio di tossicità per l’organismo del paziente; si può ipotizzare che il motivo della presenza di questa forma chimica sia almeno in parte dovuta al contatto con la flora batterica orale e con cibi contenenti solfuri come cipolla, aglio e caffè” prosegue il ricercatore; “l’otturazione appena realizzata presenta invece mercurio metallico, una forma che può comportare un rischio di tossicità; ciò che desta sorpresa, però, è principalmente il fatto che del 95 per cento del metallo non si trova più traccia nell’otturazione ventennale.”
Nello studio pubblicato da Chemical Research in Toxicology, la rivista scientifica dell’American Chemical Society, gli autori ricordano comunque che negli Stati Uniti e in Canada la comunità scientifica ritiene tutt’ora che i vantaggi dell’uso dell’amalgama siano superiori a tutti i possibili rischi. “Oggi abbiamo aggiunto alle nostre conoscenze la nozione che la forma chimica dell’amalgama cambia nel corso del tempo, e sarà compito di studi approfonditi capire se il mercurio, nel momento della dispersione, si trovi in una forma più o meno biodisponibile.”
“The chemical forms of mercury in aged and fresh dental amalgam surfaces”
Chem Res Toxicol 2009;22(11):1761-4.
GdO 2010; 2
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