La richiesta durante il terzo International Clinical Engineering and Health Technology Management Congress, che si è tenuto a Roma
C'è bisogno di più ingegneri nella governance dei medical devices: lo sostiene da anni l'Aiic (Associazione italiana ingegneri clinici) ed è emerso con forza durante il terzo International Clinical Engineering and Health Technology Management Congress, che si è tenuto il 21 e 22 ottobre a Roma e ha riunito oltre 1500 partecipanti, un Comitato Scientifico con 55 autorevoli rappresentanti di oltre 30 paesi, 120 relatori e 310 lavori presentati sulle varie aree tematiche del programma.
"La convergenza su questo aspetto ci ha sorpreso - dichiara il presidente Aiic Lorenzo Leogrande- ma si tratta di problematiche presenti in tutto il mondo e lo ha sottolineato Adriana Velazquez, referente dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per il settore dei dispositivi medici, dispositivi che iniziano ormai a gestire dati e sono sempre più complessi rendendo evidente la necessità di competenze adeguate. Siamo ovviamente presenti all'interno dei processi produttivi ma non altrettanto nelle strutture ospedaliere, nel governo delle nuove tecnologie".
Leogrande parla di un "modello italiano" che si sta affermando e che punta a una forte connessione tra tutti gli stakeholder, i professionisti ed il mercato: "abbiamo cercato in particolare di portare l'ingegneria clinica fuori dal perimetro degli addetti ai lavori entro cui era confinata fino a conquistare un ruolo riconosciuto, che si manifesta nella relazione quotidiana con i medici ma anche con le istituzioni, dal ministero della Salute all'Istituto superiore di sanità, e soprattutto con il mercato; siamo passati dal coinvolgimento minimo di poche aziende fino a superare le cento aziende presenti negli ultimi convegni. È chiaro che il supporto da parte del mercato innesca tutta una serie di attività virtuose che altrimenti non si potrebbero portare avanti, prima fra tutte quelle di comunicazione, non soltanto verso i professionisti ma anche verso i non addetti ai lavori, i cittadini, i pazienti, che fruiscono del nostro lavoro".
Il presidente Aiic descrive uno scenario in forte evoluzione, in cui le nuove tecnologie, dopo aver assunto un ruolo imprescindibile all'interno delle strutture e dei singoli processi di erogazione di cura, stanno cominciando a uscire dagli ospedali, per andare nei distretti e nelle case dei pazienti: "si pensi alle potenzialità offerte dai dispositivi wearablee all'aiuto che la tecnologia può offrire alla prevenzione, il cui sviluppo è fortemente auspicato in tutte le azioni di politica sanitaria".
La maggiore complessità comporta una maggiore difficoltà di gestione e la necessità di affrontare nuove problematiche, a partire dalla sicurezza: "l'interconnessione di macchine e sistemi con diversi livelli di innovazione e di obsolescenza richiedono competenze adeguate, che solo gli ingegneri clinici possono offrire".
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