Il settore potrà patire un calo del fatturato del 30%, i professionisti non devono continuare ad essere invisibili, devono essere sostenuti
“Rischia di diventare paradossale la situazione degli Odontoiatri, la cui coscienza civica e professionale impone di mantenere gli studi dentistici aperti, pur con le gravi conseguenze economiche rappresentate dalle limitazioni alla circolazione imposte ai cittadini”.
A scriverlo è l’ANDI sul proprio sito internet informando che il presidente nazionale Carlo Ghirlanda abbia scritto a Confprofessioni chiedendo “un intervento urgente nei confronti del Governo a nome non solo di ANDI, ma di tutte le libere professioni”.
“La sovrapposizione dei problemi legati alla pandemia, alle scadenze fiscali, alle gravi incertezze sugli esiti delle attività professionali per causa delle restrizioni nei confronti dei cittadini e delle tante attività commerciali attualmente vietate o contingentate –si legge- determinano una condizione di precarietà economica estremamente pericolosa per i liberi professionisti che non sembra essere riconosciuta nelle misure che il Governo si appresta a varare nel prossimo decreto ‘Ristori’. Il criterio di risarcire solo le attività chiuse, infatti, non tiene conto degli effetti delle limitazioni sugli studi professionali, formalmente aperti ma pesantemente penalizzati dalle restrizioni definite dal Governo".
Ricordano i danni economici patiti ad oggi a causa della pandemia, il presidente Ghirlanda evidenza “la beffa di essere invisibili nel momento dell’assegnazione dei cosiddetti ristori” con il rischio di “rivivere la spiacevole situazione degli scorsi mesi, quando i professionisti sono stati senza ragioni esclusi dal contributo a fondo perduto. Con l’ulteriore paradossale discriminazione tra chi esercita l’attività in forma societaria, ammesso, e chi singolarmente, ignorato”.
Odontoiatri che in questo 2020, prevede Ghirlanda, potranno patire un calo di fatturato “che sfiora il 30%, in particolare a carico dei giovani professionisti”.
“Le altre categorie professionali presentano le stesse previsioni”, aggiunge. “Non è possibile che i liberi professionisti non siano sostenuti, e questa scelta appare sempre di più essere una specifica volontà governativa. Per questo motivo abbiamo richiesto a Conprofessioni un intervento urgente nei confronti del Governo a nome non solo di ANDI, ma di tutte le libere professioni”.
Sulla necessità per gli studi odontoiatrici di rimanere aperti, per mantenere la continuità terapeutica, la nota ANDI ricorda come il presidente CAO Raffaele Iandolo abbia esortato gli studi odontoiatrici a continuare l’attività per evitare l’aggravamento delle patologie odontoiatriche, come avvenuto nel precedente lockdown, e che gli studi odontoiatrici siano luoghi estremamente sicuri sia per gli operatori che per i pazienti.
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