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03 Novembre 2021

Striscia torna sulla questione delle differenti diagnosi e preventivi dei dentisti

Un’attrice viene inviata in 3 centri odontoiatrici ed ottiene tre diagnosi differenti. Era capitato anche nel 2012 quando le diagnosi le fecero 4 dentisti milanesi

Nor. Mac.

A quasi dieci anni di distanza Max Laudadio, inviato di Striscia la Notizia, torna ad occuparsi di un problema moto serio: come fidarsi della diagnosi del proprio dentista.
La soluzione sembrerebbe facile, sentire più dentisti. Ma se poi ognuno propone una diagnosi differente? 

Nel servizio andato in onda giovedì 28 ottobre, Striscia fa eseguire ad una loro attrice, una visita ed una seduta di igiene professionale in un noto studio di un dentista milanese. La diagnosi è una piccola carie che, dice il dentista, può essere non trattata con urgenza. 

Ora l’attrice viene inviata in tre centri odontoiatri diversi e scelti a caso, spiega Max Laudadio. 
Ad ogni visita vengono diagnosticati problemi differenti, e viene anche evidenziata la necessità di una detartrasi (che però era stata appena fatta nello studio milanese). Diagnosi differenti ed anche preventivi differenti. 

Max Laudadio torna allora nei vari Centri a chiedere spiegazioni, a rispondere sono però i responsabili commerciali delle strutture che informano che il piano di cura viene definito dall’odontoiatra che ha visitato il paziente. Stessa risposta data da Mirko Puccio presidente ANCOD, sentito da Laudadio. Presidente ANCOD che aggiunge: “non c’è nessuno che vuole incitare a fare delle cure che non vano fatte”.  

Le stesse problematiche, diagnosi e preventivi differenti, Laudadio le aveva già evidenziate in un servizio del marzo 2012 quando avevano manato un attore in 4 studi dentistici milanesi per effettuare una visita di controllo ottenendo diagnosi e preventivi differenti. Poi, per verificare il reale stato di salute dell’attore, si erano rivolti alla clinica odontoiatrica del San Raffaele di Milano. In quel servizio, per cercare di capire come mai un paziente possa ricevere differenti diagnosi, era stato interpellato l’allora presidente CAO Valerio Brucoli.   

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